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UCRAINAUn testimone del bombardamento a Kramatorsk: «Avevo sangue dappertutto»

13.04.22 - 12:32
Venerdì scorso è stata colpita la stazione ferroviaria di Kramatorsk, le parole di un 45enne che era presente
keystone-sda.ch
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Un testimone del bombardamento a Kramatorsk: «Avevo sangue dappertutto»
Venerdì scorso è stata colpita la stazione ferroviaria di Kramatorsk, le parole di un 45enne che era presente
Nonostante le ferite, è riuscito a sopravvivere per raccontarlo. Altre 57 persone non hanno avuto la stessa fortuna: «Qualcuno è morto proprio davanti a me».

KRAMATORSK - «Ho sentito il suono di un aereo, poi mi sono ritrovato a terra, c'era il caos, ero pieno di sangue, qualcuno è morto proprio davanti a me».

Queste parole sono parte del triste racconto di un sopravvissuto al bombardamento sulla stazione ferroviaria ucraina di Kramatorsk, avvenuto venerdì scorso. Si tratta del 45enne Andrei Kovalov, che ha raccontato la sua esperienza, da un letto d'ospedale, all'inviata in Ucraina del Guardian, Bethan McKernan.

Riavvolgendo il nastro, l'uomo ha ricordato come quella mattina fosse in attesa del treno - con altre 4'000 persone - che lo avrebbe portato lontano dai combattimenti. La guerra, però, si è invece palesata improvvisamente davanti a chi voleva evitarla: prima che il treno in direzione di Dnipro arrivasse, due missili balistici (con munizioni a grappolo) sono esplosi sopra l'edificio della stazione ferroviaria.

«Un caos totale»
«Me lo ricordo molto chiaramente. Mi sembrava di sentire un aereo, e poi mi sono ritrovato a terra», ha raccontato Kovalov, «il primo minuto è stato un caos totale. Le tende dei soccorsi hanno preso fuoco, le auto hanno preso fuoco. C'era sangue e fumo ovunque. Poi la gente ha iniziato a gridare, esortando tutti ad uscire dalla stazione. Tutti correvano. Ho provato a correre anche io, ma sono caduto. Solo allora mi sono reso conto che avevo sangue dappertutto, e dei buchi nel corpo».

Colpito alla spalla e alle gambe da diverse schegge, Kovalov ha sofferto diverse dolorose ferite, ma ne è uscito vivo, al contrario di 57 altre persone che erano lì, con lui, in quei momenti. All'ospedale dove è stato accolto, sono state prese in cura anche altre 85 persone ferite dall'incidente di Kramatorsk. «Siamo abituati a trattare traumi, ferite di proiettili, schegge di mine e razzi. Ma ancora non capisco come la gente possa fare tutto questo. Non capivo allora e non capisco adesso», ha commentato, con desolazione, il direttore della struttura.

Rimbalzo di colpe
«Ricordo tutte le persone. Qualcuno è morto proprio davanti a me, c'era una donna che urlava e trascinava il suo bambino esanime, in qualche modo sono riuscito a mandare un messaggio a mia madre per dirle che stavo bene». Il 45enne è certo: «Non ho dubbi che siano stati i russi».

Zelensky, riferendosi all'attacco, ha parlato di una «crudeltà che non ha limiti», mentre Mosca ha sempre negato la sua responsabilità, sostenendo invece che erano state le forze armate dell'Ucraina.

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