La realtà dei fatti è diversa da quanto promesso da Ikea, accusa il portale svedese Aftonbladet.
Il gruppo, però, si difende: «Uno stop totale significherebbe uccidere i nostri fornitori»
STOCCOLMA - Il gigante di articoli per la casa Ikea è finito sotto accusa in Svezia. Il portale Aftonbladet ha infatti oggi rivelato che la catena svedese «continua a comprare legno dalla Russia», nonostante avesse in precedenza promesso di interrompere tutti gli affari con Mosca.
Lo scorso 3 marzo - una settimana dopo l'invasione dell'Ucraina - Ikea ha dichiarato che l'azienda di mobili avrebbe interrotto gli affari con la Russia di Vladimir Putin, ma anche che i suoi grandi magazzini in Russia avrebbero chiuso e che l'azienda avrebbe smesso di comprare mobili russi. Allora, la decisione di tagliare i legami con la Russia è stata elogiata, con molti che hanno detto di prendere l'azienda svedese come un modello.
Tuttavia, il portale svedese ha oggi riferito che, in parte, il commercio con la Russia è continuato in silenzio negli ultimi due mesi - e sta continuando tuttora. Lo ha scoperto analizzando una lettera del gigante dei mobili ai suoi fornitori, nella quale si può leggere che «a partire da aprile, è prevista una diminuzione dell'85% degli acquisti di legno russo». Non vengono poi specificati requisiti per i fornitori, ma viene semplicemente detto che l'azienda «si aspetta che i fornitori continuino a ridurre la loro dipendenza dalle materie prime russe».
Sulla base di alcune e-mail con i fornitori, Aftonbladet ha quindi notato che - a certe condizioni - i fornitori di Ikea hanno potuto persino comprare la stessa quantità di legno russo che avevano acquistato l'anno scorso.
«Non possiamo uccidere i nostri fornitori»
Il giornale ha quindi chiesto chiarimenti ad Ikea. «Non abbiamo introdotto uno stop totale dei flussi dalla Russia», ha ammesso Robert Olsson, responsabile dello sviluppo degli acquisti, e «alcuni dei nostri fornitori hanno continuato a comprare del legno», però «abbiamo ridotto la nostra dipendenza».
Ma perché no? «Per non uccidere i nostri fornitori: le nostre unità di produzione si sarebbero fermate completamente, e serve tempo per trovare nuove catene di approvvigionamento».
D'altronde, anche prima dell'invasione russa dell'Ucraina c'era una carenza di legno nel mondo, con i prezzi in forte aumento. Per questo motivo, Ikea era stata costretta ad aumentare i prezzi dei suoi mobili. Robert Olsson ha insomma ammesso che la guerra ha creato grandi difficoltà al gigante dell'arredamento.
«Dovrebbero dire le cose come stanno»
Finora, sembrerebbe che gli acquisti dalla Russia siano comunque diminuiti di oltre l'85%, con l'obiettivo di Ikea che è quello di ridurli ulteriormente.
Non viene però data alcuna informazione sul giro d'affari ancora in corso con la Russia, e quanti milioni il commercio di legname russo sta ancora generando, ma neanche termini su quando il legname russo sarà completamente rimosso. Né c'è poi una risposta alla domanda su quali mobili Ikea contengano ancora del legno russo, o quali fornitori continuino ad acquistarlo.
Il militare ucraino Yehor Hrynyk, interpellato sulla questione, ha chiesto ad Ikea di «mettere le carte in tavola» sui suoi acquisti di legno russo: «Devono dire come stanno le cose. Se c'è una cosa che abbiamo capito in Ucraina, è quanto siano pericolose le bugie. Possono portare alla guerra».