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MONDO#pfizerdocuments, le nuove accuse (infondate) al vaccino di Pfizer

12.05.22 - 19:41
Girano online nuove presunte «rivelazioni» sul vaccino di Pfizer, ma le cose non quadrano
Reuters
La singolare protesta di un attore statunitense davanti alla sede americana di Pfizer.
La singolare protesta di un attore statunitense davanti alla sede americana di Pfizer.
#pfizerdocuments, le nuove accuse (infondate) al vaccino di Pfizer
Girano online nuove presunte «rivelazioni» sul vaccino di Pfizer, ma le cose non quadrano
Mortalità più alta, efficacia più bassa? Le affermazioni sono diverse, ma sono basate su informazioni distorte e decontestualizzate

WASHINGTON - «Efficacia del 95%? Affatto, è dell'1%!», «La mortalità è del 3%!», «Pfizer sapeva che i suoi vaccini avrebbero ucciso!». Dichiarazioni forti, accuse pesanti.

Nelle ultime settimane, affermazioni di questo tipo stanno girando sui social media e sui blog, spacciati per «rivelazioni» sulla «pericolosità» del vaccino anti-Covid, che proverrebbero da una serie di documenti del gigante della farmaceutica Pfizer.

Questi files esistono? Effettivamente sì, ma nelle pubblicazioni online sono stati distorti e decontestualizzati, riporta un'analisi approfondita dell'agenzia stampa AFP.

Da dove arrivano?
La Food and Drugs Administration statunitense (FDA) ha iniziato quest'anno a pubblicare gradualmente decine di migliaia di pagine informative relative al vaccino prodotto da Pfizer e BioNTech, autorizzato alla fine del 2020.

Queste pagine, ora, sono state decontestualizzate da alcuni individui presumibilmente contrari alla vaccinazione, per mostrare una realtà che non coincide esattamente con i fatti. La maggior parte delle esclamazioni e delle accuse sono infatti fuorvianti, ed in molti casi si tratta di tesi già confutate dalla comunità scientifica internazionale.

Oltre a ciò, tra i files che vengono spacciati come documenti Pfizer (con l'hashtag #pfizerdocuments) sono state mischiate anche affermazioni infondate, provenienti da altri siti e da altri documenti.

«Preoccupanti effetti collaterali»?
Secondo le accuse, ci sono «innumerevoli e preoccupanti» effetti collaterali dei vaccini, accusano i detrattori di Pfizer, facendo riferimento a «8 o 9 pagine» di «disturbi e malattie».

In realtà, analizzando meglio ciò che è stato pubblicato dalla FDA, questo elenco è costituito da «eventi avversi di particolare interesse» (AEI), problemi che sono «teoricamente possibili» (ad esempio perché sono stati segnalati in vaccini precedenti) e che quindi dovrebbero essere «soggetti a una speciale sorveglianza». Non è affatto l'elenco degli effetti avversi riportati per questo preparato anti-Covid.

«3% di mortalità»?
In alcune delle affermazioni, viene inoltre sostenuto che più di 1'200 persone - «il 3% dei partecipanti» - siano morte durante la sperimentazione del vaccino.

Il documento afferma effettivamente che sono stati segnalati 1'223 decessi tra le persone vaccinate. Mettendo in relazione questa cifra con il numero totale di segnalazioni di effetti collaterali citati (poco più di 42'000), diversi internauti sono giunti alla conclusione di un «tasso di mortalità del 3% legato alla vaccinazione». In realtà, però, le due cifre non si possono paragonare in questo modo: per avere il tasso di mortalità della vaccinazione bisogna mettere in relazione il numero di decessi con il numero di dosi somministrate.

Senza dimenticare che i dati utilizzati provengono da segnalazioni di decessi fatte a Pfizer dalle autorità sanitarie di diversi Paesi, generalmente senza che sia effettivamente stato stabilito un nesso causale con il vaccino.

«1% di efficacia»?
Al termine degli studi clinici, Pfizer aveva dichiarato che il suo vaccino era efficace al 95%. Nelle presunte «prove» che girano ora, c'è chi si spinge ad affermare che in realtà l'efficacia «è dell'1%». Per capire da dove arriva questa cifra, bisogna approfondire il significato di "efficacia del vaccino".

Come spiegato in un'analisi del Corriere della Sera pubblicata già a fine 2020, bisogna fare una distinzione tra la «riduzione assoluta del rischio» (ARR) e la «riduzione relativa del rischio» (RRR). Per Pfizer, il primo dato corrisponde allo 0,879%, mentre il secondo al 95%. La spiegazione è la seguente: l'ARR rappresenta la percentuale di persone che non hanno contratto la malattia e sviluppato sintomi dopo la somministrazione del vaccino (ma che sarebbero risultate infette senza vaccino). La riduzione relativa al rischio (RRR), invece, rappresenta la percentuale di rischio esistente in partenza che viene cancellata dopo la somministrazione del vaccino. Quest'ultima, nel caso del vaccino Pfizer-BioNTech sappiamo essere del 95%: in altre parole, il rischio di sviluppare il Covid-19 con sintomi senza vaccinazione (il 0,925%) viene ridotto del 95%, (ed è allo 0,046%) grazie alla somministrazione del vaccino. 

In ogni caso, nel mondo sono ormai state somministrate più di 10 miliardi di dosi di vaccino (non solo Pfizer). Dopo anni di analisi, scienziati indipendenti e autorità sanitarie continuano a sostenere che l'efficacia rimane elevata e il rapporto beneficio/rischio ampiamente favorevole, anche se il tasso di efficacia «nella vita reale» è inferiore al 95% osservato negli studi. Perciò - come già ribadito più volte con l'arrivo della pandemia, occhio alle informazioni che si trovano online.

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