Amnesty International chiede alla FIFA di risarcire chi ha subito violazioni dei diritti umani, e anche garanzie future
«Per anni, la sofferenza di coloro che hanno reso possibile questa Coppa del Mondo è stata nascosta sotto il tappeto».
DOHA - 440 milioni di dollari. È il premio in denaro che riceve chi vince i Mondiali di calcio, ed è anche «quanto dovrebbe consegnare la FIFA alle centinaia di migliaia di lavoratori che hanno subito violazioni dei diritti umani» durante la preparazione della Coppa del Mondo che avrà luogo quest'anno in Qatar.
Lo ha chiesto oggi l'associazione Amnesty International, che ha scritto una lettera diretta al Presidente della FIFA Gianni Infantino insieme a una coalizione di organizzazione per i diritti umani e a gruppi di tifosi, pubblicando un nuovo rapporto a sei mesi dalla partita inaugurale del torneo.
Nella missiva, si chiede all'organo calcistico di collaborare con il Qatar per stabilire un programma di risarcimento completo con i lavoratori e i sindacati, ma anche di «garantire che abusi del genere non si ripetano in futuro», né in Qatar né in altri tornei. Per far modo che sia così, l'Ong chiede alla FIFA di assicurare che «l'assegnazione di tutti i tornei ed eventi futuri segua una rigorosa valutazione dei rischi in termini di diritti umani».
«Nessuna menzione, niente condizioni»
«Data la storia delle violazioni dei diritti umani nel Paese, quando ha assegnato il torneo al Qatar la FIFA sapeva - o avrebbe dovuto sapere - degli evidenti rischi per i lavoratori. Tuttavia, non c'è stata una sola menzione dei lavoratori o dei diritti umani nella valutazione della candidatura del Qatar e non sono state poste condizioni per la tutela dei lavoratori. Da allora la FIFA ha fatto troppo poco per prevenire o ridurre questi rischi», ha dichiarato Agnès Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International.
Secondo le stime di Amnesty, la somma di 440 milioni di dollari è probabilmente «il minimo necessario per coprire una serie di costi di risarcimento e per sostenere future iniziative per la tutela dei diritti dei lavoratori», mentre una somma totale «per il rimborso dei salari non pagati, delle commissioni di assunzione esorbitanti e dei risarcimenti per gli infortuni e i decessi» potrebbe essere molto più alta e «dovrebbe essere valutata nell'ambito di un processo partecipativo che coinvolga i sindacati, le organizzazioni della società civile, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro e altri soggetti».
«Chiudendo un occhio sulle prevedibili violazioni dei diritti umani e non riuscendo a fermarle, la FIFA ha indubbiamente contribuito ai molteplici abusi nei confronti dei lavoratori migranti coinvolti nei progetti legati alla Coppa del Mondo in Qatar, che vanno ben oltre gli stadi e gli hotel ufficiali».
Responsabilità e obblighi non rispettati
Amnesty ha poi ribadito che la FIFA ha la responsabilità di porre rimedio alle violazioni dei diritti umani a cui ha contribuito. Si tratta di un concetto espresso nei Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani, che è riconosciuto anche dall'organismo stesso.
Allo stesso modo, il Qatar è pure obbligato a garantire un risarcimento per ogni abuso avvenuto sul suo territorio. «Sebbene ci siano stati alcuni progressi, la loro portata limitata e la debole applicazione hanno fatto sì che persistano gravi abusi dei diritti umani e che i lavoratori migranti abbiano avuto un accesso limitato agli indennizzi».
«Per anni, la sofferenza di coloro che hanno reso possibile questa Coppa del Mondo è stata nascosta sotto il tappeto. È ora che la FIFA e il Qatar si uniscano per lavorare su un programma di riparazione completo, che metta al centro i lavoratori e garantisca che nessun abuso rimanga irrisolto», ha concluso Agnès Callamard.
D'altronde, come specificato dalla stessa associazione, i 440 milioni rappresentano solo una piccola parte dei 6 miliardi di dollari di entrate che la FIFA ricaverà dal torneo.