Una commissione del Parlamento ha votato per rimuovere alcune procedure obsolete. I farmaci saranno ora disponibili.
«Le donne sono le sole a dover decidere se terminare o meno una gravidanza» ha affermato il ministro della salute Horowitz.
TEL AVIV - Israele ha reso più semplici le norme che regolano l'interruzione volontaria di gravidanza nel Paese. Una commissione della Knesset - ha annunciato il ministero della sanità - ha approvato una serie di misure che rimuovono alcune delle procedure - vecchie di decenni - fin qui richieste per abortire entro la dodicesima settimana di gravidanza.
Tra queste, la prima riguarda il fatto che i farmaci per l'aborto saranno ora reperibili nelle strutture sanitarie pubbliche delle casse mutue e non più solo negli ospedali. La seconda riguarda il fatto che la donna che vuole abortire non dovrà più presentarsi davanti una commissione per perorare la sua richiesta.
«Quando ho visto le procedure richieste dal Comitato - ha detto il ministro della salute Nitzan Horowitz - sembrava qualcosa di altri tempi. Queste regole datate sono state scritte sotto una visione sciovinista secondo cui l'opinione della donna non è valida. Le donne sono le sole - ha proseguito nella scia del dibattito avviatosi in Israele dopo la recente scelta della Corte Suprema Usa - a dover decidere se terminare o meno una gravidanza. È tempo di entrare nel 21/o secolo».
In Israele, nel 2020 - secondo dati ricordati dai media - gli aborti sono stati 6.734 e di questi il 55% sotto le 9 settimane di gravidanza.