La forte carenza di carburante ha costretto le autorità ad agire con misure restrittive. Il paese è nel caos.
Lo stato di allarme era già stato lanciato da qualche mese, ora la popolazione è allo stremo a causa dell’aggravarsi della crisi economica e dell’inflazione.
COLOMBO - Lo Sri Lanka sta affondando nella crisi economica più grave della sua storia. Il paese è in default e l'inflazione viaggia a oltre il 40%. Le autorità hanno deciso di agire attuando una serie di misure per cercare di contenere il problema. Sulle strade del paese si vedranno, per la durata di due settimane, esclusivamente bus, mezzi pubblici e veicoli per scopi medici. A causa della carenza di carburante, la vendita di benzina ai veicoli privati è stata infatti sospesa. Non mancano però le critiche e le polemiche.
Scuole chiuse e home working - Queste restrizioni stanno comportando molti disagi alla popolazione. Le scuole verranno chiuse e 22 milioni di residenti saranno costretti a lavorare in home working. L’inflazione e la crisi economica hanno reso estremamente costoso l’importazione dei beni alimentari e del carburante. In questo momento drammatico le autorità stanno inoltre trattando direttamente con vari paesi produttori, in particolare con Russia e Qatar, per ottenere una fornitura a un prezzo accessibile. La pandemia e l’assenza di turisti stranieri hanno avuto la conseguenza di gonfiare il costo della vita a livelli record.
Forte carenza di carburante - Le lunghe code davanti ai distributori avevano testato la pazienza degli automobilisti negli scorsi giorni. Un camionista di 67 anni intervistato dalla CNN ha ammesso di aver aspettato per quattro giorni di fila davanti ai distributori per fare un pieno. «Non ho dormito o mangiato decentemente per tutti i quattro giorni. Senza benzina non posso guadagnare e non posso mantenere la mia famiglia». Immagini che riportano alla memoria quanto successo in Libano lo scorso anno, quando la forte carenza di carburante aveva gettato la popolazione nella disperazione. Le interminabili code davanti ai distributori avevano allora provocato la rabbia dei cittadini causando vari disordini e scontri con la polizia. La famosa goccia che aveva fatto traboccare il vaso della pazienza dei libanesi.
Misure di contenimento - Il governo è attualmente in trattative con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per un lanciare un piano di salvataggio. Per molte persone però le condizioni di vita non sono più sostenibili e non si possono più permettere di aspettare. Le autorità del paese riferiscono che le domande di passaporti sono aumentate sensibilmente. Lunedì per esempio la marina ha fermato 54 persone al largo della costa orientale intente a lasciare il paese clandestinamente.
Le alternative - Il fratello maggiore del presidente Gotabaya Rajapaksa si è dimesso dalla carica di primo ministro il mese scorso dopo gli scontri tra manifestanti. La spirale di violenza aveva causato nove morti e circa 300 feriti. Il leader dell'opposizione Sajith Premadasa ha chiesto le dimissioni del governo. «Il paese è crollato completamente a causa della carenza di carburante», ha detto in un video. «Il governo ha mentito alla gente ripetutamente e non ha alcun piano su come uscire dalla crisi».
«Abbiamo abbastanza carburante per i prossimi sette o dieci giorni, quindi stiamo gestendo», ha detto Yohan Lawrence, segretario generale dello Sri Lanka Joint Apparel Associations Forum. «Stiamo guardando e in attesa di vedere se le scorte di carburante fresco arrivano e cosa accadrà nei prossimi giorni» ammette fiducioso.