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New York replica alla Corte Suprema con una nuova stretta sulle armi

La legge dello Stato vieta di portare in molti luoghi pubblici pistole e fucili
AFP
Fonte ats
New York replica alla Corte Suprema con una nuova stretta sulle armi
La legge dello Stato vieta di portare in molti luoghi pubblici pistole e fucili
NEW YORK - Una settimana dopo la sentenza shock con cui la Corte Suprema ha cancellato la legge dello stato di New York che limitava fortemente la possibilità di girare armati, il parlamento dell'Empire State, controllato dai democratici, risp...

NEW YORK - Una settimana dopo la sentenza shock con cui la Corte Suprema ha cancellato la legge dello stato di New York che limitava fortemente la possibilità di girare armati, il parlamento dell'Empire State, controllato dai democratici, risponde con una nuova legge che vieta di portare pistole e fucili in molti luoghi pubblici: tra questi metro, bus, parchi, ospedali, ospizi, stadi e anche Times Square.

«Non indietreggeremo, pensano di poter cambiare le nostre vite con in tratto di penna, ma anche noi abbiamo le penne», ha detto la governatrice Kathy Hochul.

La legge prevede inoltre che chi chiede la licenza per un'arma debba sottoporsi a 16 ore di addestramento e a due ore di tiro al bersaglio, come pure ad una intervista in persona e ad un esame scritto. I richiedenti saranno soggetti all'esame di dirigenti locali, che manterranno una qualche discrezione nell'iter per la licenza.

Nella loro decisione i 9 saggi del massimo tribunale americano avevano sostenuto che la precedente legge di New York violava il secondo emendamento riconoscendo però ai singoli Stati la facoltà di regolamentare dove si possono portare le armi.

Lo stato di New York ha risposto anche alla sentenza con cui la Corte Suprema ha abolito la "Roe v. Wade", che nel 1973 aveva legalizzato l'aborto: il Senato ha approvato un emendamento per sancire nella costituzione dell'Empire State il diritto all'interruzione della gravidanza, nonché l'accesso alla contraccezione.

La misura, che vieta pure ogni tipo di discriminazione razziale, etnica, sessuale, deve essere ora approvata dalla Camera e poi sottoposta a referendum in novembre.

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