La metà del territorio dell'Unione europea è in allarme siccità e un decimo si trova in allerta
BERLINO - È iniziata questa mattina una due giorni per il clima a Berlino. Quaranta ministri di altrettanti Paesi si sono incontrati per discutere di eventi meteorologici estremi, aumento dei costi a livello di carburante e derrate alimentari e crisi climatica. La conferenza è iniziata con uno schiaffo da parte del Segretario generale delle Nazioni Unite che ha parlato di «suicidio collettivo».
L'evento anticipa la Cop27 che si terrà in novembre in Egitto. L'edizione precedente della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si era tenuta a Glasgow e si era conclusa con un nulla di fatto, se non con il rinnovamento degli Accordi di Parigi del 2015 che hanno l'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale sotto gli 1,5 gradi centigradi in più rispetto all'era pre-indutriale.
Nel suo discorso di inizio di questa mattina, riporta il Guardian, António Guterres ha affermato che «la metà dell'umanità si trova in zone a rischio alluvioni, siccità, tempeste estreme e incendi boschivi. Nessuna nazione è immune». A titolo di esempio, il Centro di ricerca della Commissione Ue sulla siccità in Europa ha riportato oggi che il 46% del territorio europeo è sotto allarme siccità e che l'11% è in allerta. Questo perché manca umidità del suolo e la vegetazione è estremamente stressata.
Dei molti fattori che influenzano la crisi climatica, Guterres ne ha citato uno. Il fatto che «continuiamo a dipendere dall'energia fossile». E a questo ha aggiunto: «Dobbiamo scegliere, se intraprendere un'azione collettiva o abbandonarci a un suicidio collettivo». Perché, rimarca, «tutto è tra le nostre mani».