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GIAPPONELa quantità di virus nelle acque reflue prevede i nuovi focolai di Covid-19

22.08.22 - 17:00
È la conclusione a cui è giunto uno studio giapponese condotto durante le Olimpiadi
Reuters
Fonte Ats
La quantità di virus nelle acque reflue prevede i nuovi focolai di Covid-19
È la conclusione a cui è giunto uno studio giapponese condotto durante le Olimpiadi

TOKYO - La carica virale nelle acque reflue consente di scovare, in anticipo di qualche giorno sulla loro comparsa, i focolai di Covid. Lo rivela uno studio giapponese condotto nei villaggi olimpico e paralimpico da Masaaki Kitajima della Hokkaido University.

Secondo quanto riferito sulla rivista Jama Network Open, la carica virale delle acque reflue risulta marcatamente più alta nelle aree dove qualche giorno dopo il campionamento viene individuato un focolaio di positivi.

Gli esperti hanno esaminato 360 campioni di acque reflue raccolti da altrettanti tombini in oltre 50 distretti dei due villaggi. I ricercatori hanno comparato le diverse cariche virali nei campioni raccolti con il tasso di positività e il numero di casi confermati nei giorni successivi alla raccolta.

È emerso un chiaro collegamento tra alti livelli di carica virale nelle acque reflue e comparsa nell'area di riferimento di un focolaio di casi nei giorni successivi alle analisi ambientali.

Lo studio delle acque di scarico può quindi servire per prevedere la comparsa di focolai nei giorni successivi al campionamento.

 

Da Alfa a Omicron tempi di incubazione sempre più brevi

Da alfa a omicron il tempo di incubazione delle nuove varianti si è andato via via riducendo: lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Jama Network Open e condotto fa Min Liu, dell'Università Peking di Pechino e da Wannian Liang, della Tsinghua University di Pechino.

Lo studio si è basato su una revisione di dati pubblicati tra dicembre 2019 e febbraio 2022.

Sono stati inclusi 142 studi con 8'112 pazienti in totale. I periodi di incubazione della malattia causata dalle varianti Alpha, Beta, Delta e Omicron sono stati riportati in uno studio (con 6374 pazienti), 6 studi (con 2368 pazienti), 5 studi (con 829 pazienti), rispettivamente e numerosi altri lavori più piccoli.

Il periodo di incubazione medio del Covid-19 è risultato di 5 giorni per i casi causati dalla variante Alfa, 4,50 giorni per la variante Beta, 4,41 giorni per la variante Delta, infine 3,42 giorni per la variante Omicron. L'incubazione media è stata di 7,43 giorni tra i pazienti più anziani (cioè di età superiore ai 60 anni), 8,82 giorni tra i bambini (di età pari o inferiore a 18 anni), 6,99 giorni tra i pazienti con malattia non grave e 6,69 giorni tra i pazienti con malattia grave.

I risultati di questo studio confermano che il SARS-CoV-2 si è evoluto e mutato continuamente producendo varianti con trasmissione e virulenza diverse. L'analisi è importante perché l'identificazione del periodo di incubazione delle diverse varianti è un fattore chiave per determinare il periodo di isolamento necessario a limitare la diffusione del virus.

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