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I tributi a Gorbaciov: «Uno statista unico nel suo genere che ha cambiato il corso della storia». Ma non mancano le critiche

RUSSIAI tributi a Gorbaciov: «Uno statista unico nel suo genere che ha cambiato il corso della storia». Ma non mancano le critiche

31.08.22 - 09:12
Molti tributi dall'Occidente, dalla Russia non mancano le voci di dissenso
keystone-sda.ch / STR
Il celeberrimo bacio tra Gorbaciov e Honecker.
Il celeberrimo bacio tra Gorbaciov e Honecker.
I tributi a Gorbaciov: «Uno statista unico nel suo genere che ha cambiato il corso della storia». Ma non mancano le critiche
Molti tributi dall'Occidente, dalla Russia non mancano le voci di dissenso

MOSCA - Mikhail Gorbaciov, scomparso martedì all'età di 91 anni, è «una delle più grandi figure del 20esimo secolo». Questo è il pensiero prevalente nel gran numero di tributi e messaggi di cordoglio pubblicati sui social e non solo da capi di Stato e di governi, attuali o del passato. Anche se, come vedremo, non mancano le posizioni di dissenso e le voci critiche.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha descritto l'ex leader sovietico come un uomo di «visione notevole» che ha guidato il suo paese sulla strada delle riforme. «Questi sono stati gli atti di un leader raro, uno con l'immaginazione per vedere che un futuro diverso era possibile e il coraggio di rischiare l'intera carriera per raggiungerlo. Il risultato è stato un mondo più sicuro e una maggiore libertà per milioni di persone».

L'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger ha dichiarato alla Bbc che Gorbaciov «ha svolto grandi servizi» e «ha avviato trasformazioni storiche a beneficio dell'umanità e del popolo russo», ma «non è stato in grado di attuare tutte le sue visioni». Ad ogni modo, «il popolo dell'Europa orientale e quello tedesco, e alla fine i russi, hanno un grande debito di gratitudine per l'ispirazione, per il coraggio nel farsi avanti con queste idee di libertà».

Ursula von der Leyen, presidente dell'Unione europea, ha ribadito su Twitter che «Mikhail Gorbachev era un leader fidato e rispettato. Ha svolto un ruolo cruciale per porre fine alla Guerra Fredda e far cadere la cortina di ferro. Ha aperto la strada a un'Europa libera. Questa eredità è quella che non dimenticheremo».

Il segretario generale dell'Onu António Guterres ha twittato che Gorbaciov è stato «uno statista unico nel suo genere che ha cambiato il corso della storia. Il mondo ha perso un leader globale imponente, un multilateralista impegnato e un instancabile sostenitore della pace. Sono profondamente addolorato per la sua scomparsa».

Un «uomo di pace», che «ha aperto un percorso di libertà per i russi. Il suo impegno per la pace in Europa ha cambiato la nostra storia comune»: questo il ricordo del presidente francese Emmanuel Macron.

Il primo ministro britannico uscente Boris Johnson ha dichiarato di «aver sempre ammirato il coraggio e l'integrità» che Gorbaciov «ha mostrato nel portare la guerra fredda a una conclusione pacifica».

Un leader amato in Occidente, ma molto meno in patria. Le agenzie russe hanno riportato la notizia con scarni comunicati e poco dopo è arrivato un messaggio dal Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov. «Vladimir Putin esprime le sue più sentite condoglianze per la morte di Mikhail Gorbaciov. In mattinata invierà un telegramma con le condoglianze ai parenti e agli amici».

Le parole di circostanza del presidente russo si pongono a metà strada tra i giudizi favorevoli e quelli contrari che si leggono sui media nazionali. Konstantin Kosachev, il vicepresidente del Consiglio della Federazione (la camera alta del Parlamento russo) ha descritto la morte di Gorbaciov come «una tragedia per il Paese e per tutti quelli tra noi la cui vita è cambiata in meglio con il suo aiuto. In meglio, nonostante la scomparsa dell'Unione Sovietica e le grandi difficoltà subite dai suoi ex compatrioti». Nonostante i controversi risultati della svolta di Gorbaciov, bisogna riconoscere come abbia «aperto la strada nella giusta direzione».

Non la pensa così il parlamentare russo Vitaly Milonov, secondo cui l'ex leader ha lasciato un'eredità «peggiore di Hitler per il nostro paese». Milonov pensa che sia simbolico il fatto che Gorbaciov sia morto nell'«anno della decostruzione dell'ordine mondiale» causata dall'invasione russa dell'Ucraina.

Nessun commento ufficiale da Pechino, ma il Global Times riporta il pensiero di «osservatori cinesi» secondo cui la perdita d'indipendenza dell'Urss è dovuta a «l'adorazione ingenua, immatura e cieca del sistema occidentale». In seguito il ministero degli Esteri, tramite il portavoce Zhao Lijian, ha sottolineato il «contributo positivo alla normalizzazione delle relazioni tra la Cina e l'ex Unione Sovietica» dato da Gorbaciov.

Tra i commenti che stanno facendo maggiormente discutere c'è quello del politico ex comunista italiano Marco Rizzo. Il suo commento a caldo, giunto nei momenti in cui i media annunciavano la notizia della morte, è stato: «Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo…». Le repliche indignate sui social e gli articoli sui media italiani hanno poi costretto Rizzo, fondatore di Italia Sovrana e Popolare, a una puntualizzazione: «Una provocazione dadaista e l’ipocrisia. Ci sono persone che muoiono per guerra, per fame, per infortuni, per vaccini. Ogni sacro giorno. Muore uno della banda dei globalizzatori. Metti una bottiglia di spumante, senza esplicitare un nome. Si scatena l’inferno. Di chi? Dei giornaloni».

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