Macchie e tempeste solari sono diventate più frequenti, e in futuro ci riguarderanno sempre di più.
Ne abbiamo parlato con la Specola Solare di Locarno.
L’universo crea sempre un certo fascino, le stelle lontane e la luna pure, mentre al sole - la stella a noi più vicina - spesso si dà poca attenzione. Questo è anche legato al fatto che è impossibile osservarlo a lungo a occhio nudo. Per fortuna c’è chi lo studia con attrezzature adatte e osserva alcune sue particolarità come ad esempio le macchie solari: campi magnetici circolari presenti sul sole dove avvengono forti vortici, un po’ simili agli uragani sulla Terra.
Un pioniere elvetico
In Svizzera c’è stato un pioniere in questo ambito. Il matematico e astronomo zurighese Johann Rudolf Wolf iniziò nel 1848 ad annotare quotidianamente il numero di macchie solari presenti, e da allora non si è più smesso. Questo conteggio lo continua dal 1957 la Specola Solare di Locarno che, come stazione di riferimento al sud delle Alpi dell’Osservatorio federale del Politecnico di Zurigo, osserva l’astro che ci fornisce più luce.
Il lavoro che svolge la sede ticinese, oltre a comprendere l’intensità dell’attività solare, è quello di eseguire osservazioni ottiche di fenomeni, legati alle macchie solari, come il brillamento solare: esplosioni che sprigionano un’emissione di particelle ad alta energia e con un’intensa radiazione.
Scenari possibili
Secondo uno scenario descritto sempre dal rapporto dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) ogni due-tre cicli solari si prevedono rischi quali tempeste, siccità, ondate di caldo e interruzione della telefonia mobile.
È quindi questo il motivo del forte caldo di questi giorni? Il direttore della Specola Marco Cagnotti non la pensa in questo modo: «L'attività solare non ha nulla a che vedere con i fenomeni meteorologici. Il fatto che faccia più caldo o più freddo non c'entra niente con l'intensità del ciclo solare e men che meno con l'attività specifica in un certo giorno, mese, anno.
Diverso è il caso del clima: viene infatti ipotizzata una correlazione fra l'intensità dell'attività solare sull'arco di decenni e di secoli e l'evoluzione climatica terrestre. Tuttavia, per quanto mi risulta, la questione è aperta e il legame di causalità tra attività solare e mutamenti climatici non è chiaro». Cagnotti però avverte che «le zone a maggiore attività umana sono anche le più colpite proprio perché lì si concentrano le strutture e i sistemi che subiscono i danni maggiori».
Le problematiche legate al sole
Per l’UFPP nei prossimi mesi ci sarà un aumento dell’attività solare che influiranno l’attività umana: «La tempesta solare induce forti correnti di compensazione nei conduttori elettrici a lunga distanza, per esempio nelle linee elettriche aeree. Queste correnti possono provocare guasti alle stazioni di trasformazione, collegate ai trasformatori, e quindi provocare interruzioni di corrente. Anche la radiocomunicazione può subire interferenze». Dovremo dunque, in questi anni, abituarci a eventuali black-out.
La ciclicità incerta
Il sole, a differenza della luna, non è proprio un “mare della tranquillità”. Le macchie solari sono in continuo mutamento e il loro numero varia ogni giorno, come ci conferma Cagnotti: «È impossibile prevedere quanti gruppi (di macchie) saranno visibili domani. Al massimo si possono fare previsioni sull'attività complessiva sul medio-lungo termine, cioè nell'ordine degli anni, ma anche quelle sono molto incerte».
L’unica cosa certa - spiega il Sunspot Index and Long-term Solar Observations, che fa parte del Dipartimento di fisica solare dell’osservatorio reale del Belgio - è che queste macchie compaiono in maniera ciclica in periodi che durano solitamente in media poco più di 11 anni e negli ultimi 250 anni il numero di macchie può variare da zero fino a un massimo di 285 registrato nel marzo del 1958. Cagnotti conclude affermando che «siamo nella fase della crescita. il nuovo ciclo è iniziato due anni fa e ancora non ha raggiunto il massimo».
Cosa sono i cicli solari
Forse non lo sapevate, ma siamo nel ciclo solare numero 25. La fase iniziale e finale di un ciclo è caratterizzata da una scarsa presenza di macchie solari, mentre nella fase centrale c’è una intensificazione di tali regioni. Quando il loro numero aumenta notevolmente, il Sole è più attivo e si innescano delle tempeste solari che possono creare grossi danni. Come successo in aprile quando il nostro Pianeta si è trovato al centro di una tempesta geomagnetica, che ha causato un grave blackout radiofonico a onde corte nel Sud-Est asiatico e in Australia. Per Rafael Bachiler, dell’Osservatorio Astronomico Nazionale spagnolo, il ciclo solare attuale sarà più intenso del precedente, dove il numero massimo di macchie solari era stato di 115. Ora le previsioni parlano di quasi 200 macchie per il 2025. Dal settembre 2020, in effetti, il numero di macchie supera i livelli previsti e la superficie solare si presenta piena di rigonfiamenti.