Un'indagine indipendente farà chiarezza sulla reazione della polizia, tra le vittime nello stadio anche 32 bambini
GIACARTA - I parenti delle vittime della tragedia che ha sconvolto l'Indonesia sabato sera non si danno pace. Sono ancora molte le domande che non trovano risposta. Come ha potuto una semplice partita di calcio trasformarsi in un incubo? Almeno 125 persone sono rimaste vittime della pazzia collettiva che ha colpito polizia e tifosi allo stadio di calcio Kanjuruhan di Malang. Tra le vittime anche 32 bambini, «il più piccolo dei quali aveva tre o quattro anni», ha annunciato un funzionario del ministero delle Donne e della tutela dei bambini. Un bilancio destinato però ad aggravarsi e a cui si aggiungono ancora più di 300 feriti.
L'invasione di campo - La situazione è precipitata sabato sera dopo che i tifosi dell’Arema Football Club si sono riversati in campo, infuriati per la sconfitta della loro squadra contro i rivali della Persebaya Surabaya. Nella confusione dell’invasione molte persone sono state calpestate oppure sono decedute per asfissia nella ressa. Non è la prima volta che la partita tra le due squadre rivali genera violenze e scontri con le forze dell’ordine. La polizia, apposta per prevenire incidenti, aveva proibito l’ingresso allo stadio dei tifosi ospiti. Una misura che però non ha evitato la tragedia.
La follia in pochi secondi - La reazione della polizia all’invasione, giudicata inappropriata e sproporzionata, è finita sul banco degli imputati. Durante l’invasione di campo gli agenti hanno infatti sparato subito gas lacrimogeni contro la folla generando il panico. Riyu, un amico di due ragazzi uccisi nel caos, ha confidato a Cnn Indonesia che i suoi amici sono fuggiti sugli spalti dopo che la polizia è intervenuta. «La gente è finita nel panico. Non so perché sono stato picchiato dalla polizia, non avevo fatto niente», ha detto. Anche per Yusuf Yunus, tifoso dell’Arema presente allo stadio, è ancora difficile capire cose sia successo. «Era una follia, in pochi secondi è scoppiato il caos, con la polizia che lanciava gas lacrimogeni e la folla in panico».
La polizia nell'occhio del ciclone - I funzionari di polizia indonesiana si difendono. «La situazione è precipitata nel caos. I tifosi hanno attaccato gli agenti che si sono dovuti difendere», ha affermato ieri l'ispettore capo Nico Afinta in una conferenza stampa, aggiungendo che tra i morti figurano anche due agenti. Oggi il ministro della sicurezza indonesiano Mahfud MD ha invece dichiarato in una conferenza stampa che una «team indipendente» indagherà sul ruolo della polizia e dell'esercito nell'incidente. Saranno presenti funzionari governativi, associazioni di calcio professionistiche, osservatori, accademici e membri dei media.
Un'indagine indipendente - I tifosi e le diverse Ong per i diritti umani chiedono che si faccia chiarezza sulle ragioni dell’utilizzo di gas lacrimogeni all’interno dello stadio. Un utilizzo che viola le linee guida stabilite dalla FIFA, secondo cui il gas lacrimogeno non deve far parte dell'equipaggiamento della polizia e degli steward all’interno dello stadio. Nel frattempo il Paese si stringe attorno ai parenti delle vittime. Domenica sera si è tenuta una veglia fuori dallo stadio. Graffiti sui muri della struttura sportiva testimoniano una profonda rabbia nei confronti delle autorità e della polizia.