Il senatore Maurizio Gasparri ha fatto la mossa, ma lui stesso ammette di non avere molte speranze
ROMA - A nemmeno un giorno dall'insediamento del Parlamento italiano, si discute già di diritti. E in particolare quello che tutela l'accesso all'aborto. Maurizio Gasparri di Forza Italia ha inoltrato nel giro di cinque giorni due disegni di legge: il primo vuole istituire una giornata per celebrare le nascite, l'altro vuole deliberatamente impedire l'interruzione di gravidanza volontaria.
La seconda proposta del politico italiano non giunge nuova. Depositata ieri, come si evince dal sito del Senato, ma ancora monca di testo espositivo, non è altro che il copia incolla di un disegno che Gasparri aveva già proposto, e lascito morale, come ha affermato lui stesso, «di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la vita», nato appena dopo l'approvazione della 194 nel 1978, la legge che dovrebbe tutelare l'aborto in Italia.
Ciò che il senatore propone, in realtà è di riconoscere sin dal concepimento la capacità giuridica, ovvero ciò che dà a un soggetto diritti, come quello alla vita, e doveri. In pratica Gasparri vorrebbe modificare l'articolo 1 del Codice civile italiano che sancisce che «la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all'evento della nascita».
In sostanza un ovulo appena fecondato avrebbe pari diritti di un bambino appena nato. Nel caso in cui il testo, che deve ancora essere analizzato da una Commissione, dovesse passare, interrompere la propria gravidanza potrebbe portare a un'ipotesi di reato di omicidio.
«Non mi illudo che si approvi il ddl, ma almeno che si apra una discussione. Ho tirato un sasso nello stagno, parliamone, discutiamo... Il Parlamento deve essere sede di confronto e i punti di vista diversi sono tutti legittimi», ha dichiarato nella serata di martedì lo stesso senatore.
Gasparri parla di poche speranze, ma in Italia il 100% degli operatori in 31 strutture mediche, tra ospedali e consultori, è obiettore di coscienza. In 50 cliniche si supera il 90% e in 80 è pari all'80%. Complessivamente, dati del 2020 alla mano, più del 64% dei medici si rifiuta di praticare l'aborto.
Solo alcuni giorni fa la regione Piemonte ha approvato la creazione del fondo "Vita nascente", donando ad associazioni che promuovono il «valore sociale della maternità e la tutela della vita nascente operanti nel settore della tutela materno infantile», ovvero anti-abortiste, 460mila euro. Che, parafrasando, sono solo un ulteriore ostacolo alla libertà di scegliere se e quando portare avanti una gravidanza.