Le autorità di Kharkiv hanno raccolto i resti delle bombe cadute sulla città: «Testimoniano le atrocità dei russi»
KHARKIV - Missili accartocciati, bozzoli di munizioni e proiettili inesplosi, un cimitero interminabile raccolto dalla popolazione di Kharkiv. I video resi pubblici dall’Ufficio del procuratore della città ucraina rendono l’idea del significato di otto mesi di intensi bombardamenti.
La raccolta dei detriti ha uno scopo ben preciso. Più volte le autorità di Kharkiv hanno denunciato all’Onu l’utilizzo da parte dell’esercito russo di armi non conformi alle convenzioni internazionali. In particolar modo Mosca sarebbe colpevole di aver sganciato diverse bombe a grappoli, definite come “bombe inumane”, su aree abitate. Questi ordigni molto pericolosi per i civili sono vietati dalla convenzione di Ginevra introdotta nel 2010 e firmata da 100 paesi.
Le autorità ucraine vogliono ora presentare tutto il materiale raccolto davanti a un tribunale internazionale come prove giudiziarie. «Raccogliamo tutti i pezzi perché contengono elementi di prova che ci permettono di risalire a determinati tipi di munizioni russe», spiega Dmytro Chubenko, portavoce della procura della regione di Kharkov.