È stata suggerita la rimozione di entrambi dal Consiglio di Stato
LONDRA - I ruoli istituzionali residui dei principi Andrea e Harry, rispettivamente fratello e figlio secondogenito di re Carlo III, sono stati oggi messi in discussione per la prima volta alla Camera dei Lord britannica da un esponente dell'opposizione laburista e, a seguire, da uno di quella liberaldemocratica.
Lord Stephen Benn, rappresentante del Labour, ha suggerito di fatto la rimozione di entrambi dal Consiglio di Stato: organo consultivo che affianca il sovrano regnante, e gli subentra per gestire la transizione in caso di morte o incapacità, composto in base alla legge vigente approvata a suo tempo dal Parlamento britannico da cinque membri della famiglia reale: la (o il) consorte del monarca e i quattro eredi più in alto nella linea di successioni fra coloro che hanno compiuto già 21 anni. Al momento dell'organismo fanno quindi parte la regina consorte Camilla, i due figli di Carlo, William (erede al trono) e Harry, il suo fratello maschio più anziano, Andrea, e la primogenita di questi, Beatrice.
Secondo lord Benn, spalleggiato dal liberaldemocratico lord Addington, la legge andrebbe tuttavia modificata per escludere tanto chi sia sospeso da compiti di rappresentanza della Royal Family per ragioni d'inopportunità (come Andrea, messo da parte per il sospetto coinvolgimento nello scandalo sessuale Epstein negli USA); quanto chi abbia dovuto rinunciare a ruoli senior in seno alla dinastia avendo deciso di vivere all'estero (come Harry, dopo il traumatico trasferimento oltre Oceano assieme alla moglie Meghan).
Rispondendo a nome del nuovo governo Tory di Rishi Sunak, il Leader of the House of Lords, Nicholas True, ha tuttavia frenato. Evitando di escludere possibili riforme future della norma; ma rinviandone ogni discussione a «consultazioni preventive con la Casa Reale».