Uno studio indica che i cambiamenti per il contenimento del riscaldamento globale stanno avendo luogo troppo lentamente
BERLINO - L'umanità sta facendo ancora troppo poco per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e per contenere il riscaldamento globale entro un limite di 1,5 gradi centigradi nel 2030. È Il grido di allarme contenuto nello State of Climate Action 2022, pubblicato mercoledì e frutto del lavoro congiunto di associazioni, team di esperti e organizzazioni internazionali.
Gli indicatori - Trasformazioni sono necessarie, ma «non stanno avvenendo abbastanza velocemente», si legge nel documento. Sono stati presi in considerazione 40 indicatori di sistema e la situazione è sconfortante: nessuno di essi è in linea per ottenere l'obiettivo prefissato alla fine del decennio. Il cambiamento di sei indicatori procede nella giusta direzione, «a una velocità incoraggiante ma insufficiente». Siamo sulla buona strada, ma decisamente si va troppo lentamente a proposito di altri 21 paramenti. Ci sono cinque casi in cui si procede esattamente nella direzione sbagliata ed è urgente una inversione a U. Infine, nei restanti otto criteri, i dati a disposizione sono semplicemente insufficienti.
Dove si va peggio - Come detto, sono cinque i cambiamenti che stanno avvenendo nel modo completamente sbagliato. Ovvero: la quota di gas fossile non smaltito nella produzione di energia elettrica; l'intensità di carbonio della produzione globale di acciaio; la quota dei chilometri percorsi dalle autovetture; la perdita delle mangrovie; le emissioni di gas serra, conseguenza della produzione agricola. «Per raggiungere gli obiettivi del 2030 sarà necessaria un'enorme accelerazione degli sforzi» secondo gli autori dello State of Climate Action 2022. Si può fare decisamente meglio nell'utilizzo del carbone, nella produzione del cemento e così via. La velocità dei progetti di riforestazione deve aumentare e, per contro, rallentare quella dell'abbattimento delle aree verdi nell'intero pianeta. «Ridurre il tasso annuo di deforestazione 2,5 volte più velocemente» di oggi equivarrebbe a evitare la deforestazione su un'area grande all'incirca quanto tutti i terreni agricoli della Svizzera ogni anno.
Meno carne per tutti - Un settore nel quale sembra esserci il miglior margine per arrivare all'obiettivo 2030 è quello della produzione di carne bovina. Il consumo nei Paesi più industrializzati - sono indicati quelli europei, americani e oceanici - dovrebbe essere ridotto all'equivalente di circa due hamburger a settimana. «Passare a diete più sane e sostenibili» e non superare il limite fissato dagli esperti comporterebbe un'accelerazione dei progressi pari a cinque volte.
Il tempo sta scadendo - Gli scienziati lanciano per l'ennesima volta l'allarme: bisogna fare presto, anche perché «la finestra per limitare il riscaldamento a 1,5°C si sta rapidamente chiudendo, con gli impegni climatici nazionali per il 2030 che, anche se pienamente attuati, porteranno a circa 2,4-2,8°C». Ani Dasgupta, l'amministratore delegato del World Resources Institute che ha preso parte alla compilazione del rapporto, spiega: «Il mondo ha assistito alla devastazione provocata da solo 1,1°C di riscaldamento. Ogni frazione di grado conta nella lotta per proteggere le persone e il pianeta. Stiamo assistendo a importanti progressi nella lotta ai cambiamenti climatici, ma non stiamo ancora vincendo in nessun settore».
Le trasformazioni che attendono il pianeta «possono portare enormi benefici, ma non saranno facili», si legge ancora nel documento. «Accelerare le giuste transizioni richiederà sforzi maggiori e più inclusivi, finanziamenti sostanzialmente più consistenti e un'attenta valutazione dell'impatto sulle persone nel corso del cambiamento».