Lo sostine il quotidiano riformista Shargh
TEHERAN - Il quotidiano riformista Shargh sabato ha definito false le accuse rivolte a due giornaliste arrestate in un comunicato congiunto delle Guardie Rivoluzionarie e del Ministero dell'Informazione di venerdì scorso. La dichiarazione ha accusato Niloufar Hamedi di Shargh ed Elaheh Mohammadi di Ham-Mihan di essere agenti della Cia e di essere state addestrate in precedenza in alcuni paesi terzi, tra cui Italia, Turchia, Paesi Bassi, Sudafrica ed Emirati Arabi.
Le due giornaliste avevano pubblicato servizi e foto sulla morte di Amini in un ospedale di Teheran e poi sulla cerimonia di sepoltura nel suo paese natale, Saghez. La dichiarazione accusava il «regime mafioso degli Stati Uniti e dei suoi alleati, Israele e Arabia Saudita, di aver organizzato corsi di formazione per alcuni individui in questi Paesi, dove hanno ospitato consapevolmente o inconsapevolmente i corsi». «Hanno rilasciato visti sotto la copertura del turismo o dell'istruzione», si legge nel documento, che aggiunge: «Teheran ha informato alcuni di questi governi attraverso la cooperazione di intelligence che hanno con l'Iran».