Sfondati i cancelli per evitare la quarantena dopo i casi accertati nel campus
PECHINO - Un esodo di massa ha colpito la più grande fabbrica di assemblaggio al mondo di iPhone del contractor Foxconn, nel cuore della Cina, complice il lockdown draconiano deciso contro i focolai di Covid-19. Nell'impianto di Zhengzhou, capoluogo dell'Henan, decine di lavoratori hanno sfondato un blocco per evitare la quarantena dopo i casi accertati nel campus Foxconn.
Le autorità municipali hanno frettolosamente elaborato i piani per isolare i lavoratori migranti in fuga verso le loro città d'origine, nel timore che diffondano il coronavirus.
I video condivisi sulle reti sociali in mandarino mostrano centinaia di persone che scavalcano le recinzioni dello stabilimento e trasportano i loro effetti personali, dopo le notizie secondo cui una parte della forza lavoro era stata messa in quarantena a causa di un focolaio.
Foxconn, con sede a Taiwan, ha circa 200'000 dipendenti a Zhengzhou e non ha rivelato il numero di casi infetti accertati, né quello di quanti se ne sono andati, assicurando però che non avrebbe impedito le partenze. Il 19 ottobre l'azienda ha vietato tutti i pasti nelle mense e ha richiesto ai lavoratori di consumarli nei dormitori.
L'Henan ha appurato 167 casi di Covid trasmessi localmente nei sette giorni fino al 29 ottobre, rispetto alle 97 infezioni nei sette giorni precedenti. Nella tarda serata di sabato le città vicine, tra cui Yuzhou, Changge e Qinyang, hanno esortato i lavoratori della Foxconn a presentarsi alle autorità locali prima di tornare a casa. In base alla politica della "tolleranza zero" al Covid, le città sono obbligate ad agire rapidamente per sedare eventuali focolai, con misure che potrebbero includere blocchi su vasta scala.
I blocchi anti-Covid hanno causato pesanti conseguenze all'economia cinese tra crollo dei consumi e della produzione. «Siamo molto consapevoli che, nella situazione attuale, sarà una battaglia prolungata», ha affermato Foxconn in merito al focolaio di Covid, aggiungendo che coordinerà «la capacità produttiva di supporto con gli altri suoi impianti per ridurre qualsiasi potenziale impatto».