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COP27Il "paradosso" della COP27: più di 600 delegati difendono i combustibili fossili

10.11.22 - 12:24
Sono circa 200 i lobbisti presenti nelle delegazioni nazionali. Al primo posto figurano gli Emirati Arabi Uniti
Reuters
Il "paradosso" della COP27: più di 600 delegati difendono i combustibili fossili
Sono circa 200 i lobbisti presenti nelle delegazioni nazionali. Al primo posto figurano gli Emirati Arabi Uniti

SHARM EL-SHEIKH - Al vertice sul clima che si sta svolgendo in questi giorni a Sharm el-Sheikh non partecipano solamente i delegati che hanno a cuore l'ambiente e il futuro del mondo. Stando ad una ricerca effettuata dall'ong Global Witness e riportata dalla Bbc, sarebbero 636 le persone presenti alla conferenza sul clima che sono in realtà legate ai combustibili fossili. Il dato è superiore alla somma dei delegati dei dieci paesi più colpiti dalla crisi climatica. 

Non è una novità che alcuni membri legati alle industrie del carbone, del petrolio e del gas partecipino a questo tipo di vertici, con lo scopo di influenzare il dibattito. Tuttavia il numero di rappresentanti legati alle lobby dei combustibili fossili presente quest'anno è aumentato rispetto all'incontro di Glasgow. Global Witness l'anno scorso ne aveva conteggiati 503. 

All'interno delle delegazioni nazionali sono circa 200 i rappresentanti legati al mondo dei combustibili fossili. Gli altri 436 fanno invece parte dei gruppi commerciali, organismi internazionali o ong. 

La delegazione più numerosa appartiene agli Emirati Arabi Uniti, che quest'anno ha portato alla COP27 1'070 rappresentanti (e che l'anno prossimo ospiterà il vertice). Di questi, secondo l'analisi, almeno 70 sono collegati all'estrazione di combustibili fossili. Al secondo posto si piazza la Russia, con 33 delegati (su 150) legati all'industria del carbone, petrolio o gas. Segue il Kenya, il Congo, l'Oman, il Kuwait e il Canada.

 

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COMMENTI
 

seo56 2 anni fa su tio
E hanno ragione!!
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