Il summit G20 di Bali ha confermato la posizione dei due alleati di Mosca, eppure qualcosa sembra essere cambiato.
BALI - «Non dobbiamo portare il mondo a una nuova guerra mondiale», con queste parole il presidente indonesiano Joko Widodo ha aperto il G20 di Bali. «Essere responsabili significa mettere fine alla guerra, se la guerra non finisce sarà difficile prendere decisioni per le generazioni future». Il summit è entrato nel vivo e, come era prevedibile, il conflitto in Ucraina ha fatto da sfondo malgrado non facesse parte dell’agenda ufficiale.
Focus sulla guerra - «Oggi gli occhi del mondo sono puntati sul nostro incontro: riusciremo ad avere successo o aggiungeremo un altro elemento al numero di fallimenti? A mio avviso, il G20 deve avere successo e non deve fallire», ha continuato Widodo.
Il presidente Volodymyr Zelensky, intervenuto in videocollegamento, ha ribadito la volontà di Kiev di negoziare la fine del conflitto. Il presidente ha illustrato dieci condizioni essenziali per la pace. Dieci punti che riguardano in particolar modo la sicurezza nucleare, energetica e alimentare.
«Se la Russia afferma che vuol porre fine alla guerra lo dimostri con le azioni. Non permetteremo alla Russia di guadagnare tempo, rafforzarsi e poi iniziare una nuova azione di terrore e di destabilizzazione globale».
«Proposte ucraine inaccettabili» - Dieci proposte che sono già state giudicate dalla Russia «non realistiche e non adeguate». Il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov è intervenuto al summit: «Le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al G20 mostrano che non ascolta alcun consiglio degli occidentali sui negoziati con la Russia».
Cina e India sulla guerra - L’inizio del G20 però ha rivelato un altro dato significativo. La fedeltà dei due storici alleati di Putin inizia a vacillare. India e Cina infatti, malgrado l’ostinato rifiuto di condannare l’invasione russa all’Ucraina, hanno entrambe preso distanza dal Cremlino su un punto essenziale: la minaccia nucleare. Senza condannare apertamente la Russia, Narendra Modi, il primo ministro indiano, e Xi Jinping, il presidente della Cina, hanno entrambi espresso preoccupazione per la guerra.
La posizione della Cina, secondo le parole di Xi Jinping, non è cambiato. Il leader cinese è tornato a chiedere «il cessate il fuoco, la fine della guerra e i colloqui di pace». «La comunità internazionale dovrebbe creare le condizioni per queste e la Cina continuerà a svolgere un ruolo costruttivo». Xi ha aggiunto inoltre di essere contrario alla guerra nucleare in qualsiasi circostanza. Secondo Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, Xi ha detto al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante il loro incontro bilaterale di lunedì sera che «le armi nucleari non dovrebbero essere usate e le guerre nucleari non dovrebbero essere combattute».
Risolvere il conflitto per evitare una crisi alimentare - «Tornare sulla strada della diplomazia in Ucraina» ha sottolineato invece il premier indiano Modi sollecitando i leader del G20a trovare un modo per porre fine al conflitto.
La crisi alimentare, amplificata dalla guerra, è al centro delle preoccupazioni del primo ministro di Nuova Delhi. «C’è una crisi di beni essenziali in tutto il mondo e per i cittadini più poveri di ogni Paese la sfida è maggiore. La vita di tutti i giorni era già una lotta per loro. Non hanno la capacità finanziaria per affrontare il doppio smacco», ha concluso.