In Afghanistan, nei pressi di Herat, un reportage racconta la disperazione di una popolazione abbandonata dal mondo
HERAT - C’è la fame e la miseria dietro alle crude e tristi storie di vita raccolte in queste ore in Afghanistan, nel corso dell'inizio del secondo inverno, da quando i talebani hanno preso il controllo del paese.
Il reportage della disperazione - Le testimonianze raccontano di bambini che vengono sedati con tranquillanti dai loro genitori per alleviare i morsi della fame. «I nostri figli continuano a piangere e non dormono. Non abbiamo cibo - dice la voce disperata di un genitore raccolta dalla BBC, nei pressi di Herat - così andiamo in farmacia, prendiamo le compresse e le diamo ai nostri bambini, in modo che si assopiscano». E con l’equivalente dei soldi necessari ad acquistare un pezzo di pane si possono comprare cinque pastiglie, utili a "nascondere" la fame di dieci bambini.
Solo pane secco - Sempre nei ditorni di Herat, la terza città più grande del Paese, sono a migliaia le piccole case di fango, colme di storie di ordinaria disperazione. La povertà è imperante a causa dell'interruzione dei fondi di sovvenzione esteri, in risposta alla presa del potere da parte dei talebani. Così intere famiglie al mattino si dividono tra loro pane secco, che poi la sera rendono masticabile inzuppandolo nell'acqua.
La vendita degli organi - Già di fatto presente prima dell’abbandono del paese da parte degli Stati Uniti, l’emergenza fame ora ingigantito, ha aperto la strada a scelte estreme. C’è chi come Ammar (nome di fantasia) a vent’anni si è visto costretto a vendere il proprio rene per poco più di 3mila dollari. Il tutto per comprare cibo per la propria famiglia.
Figli ceduti in cambio di denaro - E poi ci sono madri e padri indebitati e costretti a vendere i propri figli. «Ora siamo forzati a vendere la nostra figlia di due anni - ha raccontato una giovane madre disperata - Le persone, da cui abbiamo ottenuto un prestito, ci hanno chiesto in cambio nostra figlia per estinguere il debito» contratto per l’acquisto di bestiame. E ancora bambine, come la piccola Nazia, vendute all’età di quattro anni per sposare un ragazzo di un’altra famiglia. La piccola verrà consegnata al proprio sposo al raggiungimento del quattordicesimo anno d’età.
La denuncia delle Nazioni Unite - Le istituzioni non tacciono, l’Onu ha denunciato che in Afghanistan si sta verificando una «catastrofe umanitaria». Forse troppo poco dato che intanto ovunque si susseguono scene di tristezza senza fine, dove la dignità è stata comprata dalla fame.