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SVIZZERALe parole in codice delle compagnie aeree per i morti a bordo

29.11.22 - 23:45
Da "Jim Wilson" a "Hugo" per finire al "HR" di human remains: le sigle cambiano da Paese a Paese
foto Deposit
Le parole in codice delle compagnie aeree per i morti a bordo
Da "Jim Wilson" a "Hugo" per finire al "HR" di human remains: le sigle cambiano da Paese a Paese

Cadaveri a bordo. E per indicare la loro presenza, gli operatori di volo delle varie compagnie usano parole in codice: si va dal più comune (perché usato da molte aviolinee) "Jim Wilson" a "Hugo" dei vettori tedeschi. Se a bordo di un aereo si dovessero udire questi nomi, allora il morto in cabina (o meglio in stiva) è assicurato.

Lo rivela il quotidiano 20Minuten, secondo il quale è consuetudine per i dipendenti delle compagnie aeree usare parole in codice per i corpi trasportati. Ci sono alcune compagnie che «si riferiscono ai corpi semplicemente con HR, abbreviazione di human remains (resti umani)».

Gli aerei - stando al racconto del quotidiano con sede a Zurigo - trasportano assieme a viaggiatori vivi anche migliaia di passeggeri morti. Secondo Sara Marsden - caporedattrice di "US Funerals Online" - «l'American Airlines ha addirittura creato un proprio servizio di assistenza per gli impresari funebri, chiamato "Jim Wilson Service". Il soprannome, secondo il The Sun, consente ai servizi di trasferimento o alle imprese di pompe funebri di chiamare per un corpo senza che nessuno ascolti».

Il nome Jim Wilson deriverebbe «dai contenitori usati per trasportare i corpi, i "Jim Wilson Trays", spesso utilizzati per spostare resti umani».

La parola in codice "Jim Wilson" è nota anche nei Paesi di lingua tedesca, secondo quanto riferito da un assistente di volo che ha espresso il desiderio di rimanere anonimo e che lavora per una grande compagnia aerea tedesca. E un pilota professionista «ha rivelato al portale di viaggi Travelbook che si parla di "Hugo" anche per indicare dei passeggeri che sono morti durante il volo».

In Inghilterra invece il personale dell'aeroporto usa il nome in codice "Adamo" per avvisare i dipendenti della scomparsa di un bambino, in "onore" di Adam Walsh, un bambino rapito in un grande magazzino nel 1981.

Se invece a bordo risuona il numero "7500" non c'è da preoccuparsi per il morto, ma per altro: quella cifra - nel gergo dei piloti - significa che l'aereo è stato dirottato o che il dirottamento è imminente.

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COMMENTI
 

giumello10 2 anni fa su tio
Ma fammi il piacere! Evita questi articoli puerili che non interessano a nessuno

CHGordola 2 anni fa su tio
Risposta a giumello10
Sei tu che hai cliccato e hai letto, nessuno ti ha obbligato

Heinz 2 anni fa su tio
Risposta a giumello10
Na nessuno pronuncerà mai la parola 7500 e nessun passeggero puo saperlo, è solo un codice da inserire nel transponder, ma la cosa piu stupida che puo fare un pilota è dirlo...

burningsimon 2 anni fa su tio
Tio… maledetto correttore!!!

burningsimon 2 anni fa su tio
Tuo è diventato il portale delle notizie inutili in un cantone dove comunque non succede mai nulla…

Viperus 2 anni fa su tio
Notizia che mi cambia la vita…ma non avete altro da scrivere?

Chris_El_Suizo 2 anni fa su tio
Ah.... non sperate nemmeno lontanamente di "cuccare" una hostess.... nessuna MAI vi darà il suo numero o la vedrete fuori dal volo, è una regola, a meno che non la becchi come passeggera al tuo lato su un volo quando non è in servizio e su un aereo che non è della sua compagnia, praticamente impossibile....hehehe

Chris_El_Suizo 2 anni fa su tio
Qua in Spagna si usa Jim Wilson, comunque di codici ce ne sono un sacco, non solo per i morti, il codice 7500 ad esempio si utilizza in caso che un aereo è stato sequestrato, 7600 in caso che la radio non funziona, 7700 è un codice di emergenza generale, ecc.... l`aviazione è un mondo a sé!
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