La Cina ha deciso di allentare le rigorose restrizioni per contenere la pandemia. Una brusca inversione di marcia.
PECHINO - Alla fine anche Xi Jinping ha ceduto davanti alle violente proteste che da settimane stanno infiammando il paese. Il governo di Pechino ha annunciato questa mattina l’allentamento delle misure restrittive contro il coronavirus. Una decisione che porta all’abbandono della tanto discussa politica zero Covid cinese.
Niente più centri per la quarantena - I cambiamenti più significativi riguardano in particolare all’abbandono di test per viaggiare all’interno del paese oltre alla possibilità per le persone affette dal virus di curarsi in quarantena a casa. Un isolamento di soli sette giorni e di cinque per i contatti stretti.
Una svolta drastica della politica di Pechino. Fino a questo momento infatti i contagiati erano obbligati a trascorrere il periodo di quarantena in un centro specializzato. «La maggior parte dei casi sono infezioni asintomatiche e casi lievi che non richiedono cure speciali. Le persone asintomatiche e i casi lievi possono essere isolati a casa ed essere trasferiti in ospedale solo se le loro condizioni peggiorano», ha spiegato Commissione sanitaria nazionale. Test negativi saranno inoltre richiesti solo per ospedali, scuole e case di riposo.
Un collasso economico - Oltre alle proteste contro le rigorose restrizioni sanitarie, lo spettro di un collasso economico ha giocato un ruolo decisivo nel cambiamento di rotta deciso a Pechino. Le preoccupazioni finanziarie si sono accentuate durante gli ultimi mesi dopo il crollo delle importazioni e delle importazioni a causa delle rigide imposizioni del governo. Le ripercussioni sull'economia dei ripetuti lockdown di interi quartieri e fabbriche sono diventate insostenibili.
La scelta di rivedere la politica sul contenimento della pandemia mira a rilanciare la crescita del Paese. Il debito complessivo della Cina secondo gli analisti ha segnato un nuovo record alla fine di giugno, per effetto dei massicci prestiti alle autorità locali per sostenere l'economia sotto forte pressioni dalle politiche zero Covid. Un'inversione di rotta obbligata e attesa.
A livello internazionale l'inizio di una timida riapertura, malgrado le varianti del virus ancora in circolazione, vuole rilanciare l'immagine del paese verso gli investitori stranieri. La Cina è uno dei principali fornitori di materie prime. L'instabilità creata dalla rigida politica di Pechino ha spinto infatti molte industrie a guardare altrove, in particolare in Vietnam.
Il cambio di rotta - La politica zero covid, considerata per anni l'unica strategia per arginare gli effetti devastanti della pandemia, è stata dunque abbandonata perché ha dimostrato di non essere efficace. L'inizio del processo di normalizzazione porterà però nell'immediato con tutta probabilità un forte aumento dei contagi. Xi Jinping di fronte al bivio tra il controllo totale del virus e la perdita del sostegno popolare, minato dalle proteste, è rimasto ancora molto prudente. L'annuncio dei primi allenamenti però sembra aver indicato la strada scelta.