Il primo ministro olandese si è scusato per i 250 anni di coinvolgimento del suo Paese nella schiavitù.
AMSTERDAM - «Per secoli lo Stato olandese ha consentito, incoraggiato e tratto profitto dalla schiavitù». Il primo ministro olandese Mark Rutte ha offerto scuse formali a nome del suo Stato per il ruolo storico dei Paesi Bassi nella tratta degli schiavi, affermando che la schiavitù deve essere riconosciuta «nei termini più chiari» come «un crimine contro l'umanità».
Durante un discorso agli archivi nazionali dell'Aia, il primo ministro olandese ha riconosciuto che il passato “non può essere cancellato, ma solo affrontato». «Oggi, a nome del governo olandese, mi scuso per le azioni passate dello Stato olandese».
Per secoli, «le persone sono state mercificate, sfruttate e commerciate in nome dello stato olandese», ha affermato. La schiavitù ha causato «grandi sofferenze, che continuano a influenzare la vita delle persone. Per questo, a nome dello stato olandese, mi scuso».
L'iniziativa è il risultato delle discussioni di un comitato consultivo nazionale istituito dopo l'uccisione di George Floyd nel 2020 negli Stati Uniti, secondo cui la partecipazione olandese alla schiavitù è stata un crimine contro l'umanità che merita scuse formali e risarcimenti finanziari.