L'esercito sudcoreano fa mea culpa per non aver neutralizzato cinque droni nordcoreani entrati nello spazio aereo del Paese.
SEUL - Cinque droni nordcoreani hanno creato scompiglio a Seul e in altre aree della Corea del Sud ieri pomeriggio. L’esercito ha risposto prontamente alla minaccia inviando jet di combattimento ed elicotteri per abbattere i velivoli. Nonostante un inseguimento di cinque ore, secondo quanto riferito dalle autorità locali, i droni sono tornati tutti indenni in Corea del Nord.
Una reazione insufficiente - Uno smacco per il Paese e per il sistema di sicurezza. I soldati responsabili hanno ricevuto una tirata d'orecchie addirittura dallo stesso presidente. «L'incidente ha mostrato che la prontezza dei militari è «notevolmente carente».
I rappresentati delle forze armate, hanno riconosciuto martedì in una dichiarazione che mentre l'esercito può contrastare «droni d'attacco che rappresentano una vera minaccia», è limitato nella sua capacità di rilevare e colpire i più piccoli droni spia.
Droni spia molto pericolosi - «La mancanza di preparazione dei nostri militari ha causato molta preoccupazione alla popolazione», ha detto un alto funzionario, Kang Shin-chul. Il corrispondente della BBC da Seoul, Jean Mackenzie, ha detto che è preoccupante perché il drone che è volato vicino a Seoul aveva il potenziale per eseguire operazioni di spionaggio oltre a fotografare aree sensibili.
Parlando a una riunione di gabinetto martedì, il presidente Yoon Suk-yeol ha affermato che cercherà di accelerare la creazione di un'unità militare per valutare le strutture dell’esercito per rendere più performante la risposta dei soldati.
Cresce la tensione - L'incursione di lunedì è stata la prima volta in cinque anni che i droni nordcoreani sono entrati nello spazio aereo del sud. Questo episodio giunge in un momento di crescenti tensioni nella penisola, con il nord che quest'anno ha condotto un numero record di test missilistici.