Il racconto di Andrei Medvedev fuggito dalla follia del corpo di mercenari d'élite che opera nel Donbass.
OSLO - I terribili mercenari del gruppo Wagner, così dall’inizio dell’invasione russa all’Ucraina i media internazionali hanno dipinto il corpo d’élite del Cremlino. Inizialmente in Siria, poi in Libia e nel Donbass dal 2014, il gruppo Wagner ha permesso a Putin si estendere la sua influenza in diversi contesti bellici.
Un volto diverso - La storia raccontata da un disertore testimonia però un crescente malcontento all’interno delle truppe. Qualcosa sembra essersi rotto e i “terribili mercenari” per la prima volta mostrano un volto un po’ più umano. «Siamo diventati carne da macello, chi si rifiutava di combattere viene ucciso», ha ammesso Andrei Medvedev, ex-comandante 25enne del gruppo Wagner. Medvedev ha attraversato a piedi il confine con la Norvegia, prima di chiedere asilo politico a Oslo.
La storia dell’ex comandante è stata raccontata alla Cnn dall’organizzazione di attivisti russi Gulagu. Una Ong che si oppone al regime di Putin e che ha permesso a Medvedev di fuggire dal Paese. «Ero comandante della prima squadra del quarto plotone del settimo distaccamento d’assalto. Quando i prigionieri hanno iniziato ad arrivare, la situazione a Wagner è cambiata. Hanno smesso di trattarci come esseri umani. Siamo stati lanciati nei combattimenti come carne da macello».
Chi tradisce viene giustiziato - I servizi di sicurezza norvegesi stanno indagando sulle dichiarazioni dell’ex comandante per verificare la sua identità e il ruolo che dice di avere ricoperto. «Ogni settimana arrivavano nuovi prigionieri. Abbiamo però perso anche molti uomini. La maggior parte delle vittime è stata sepolta nel Donbass e dichiarata scomparsa per non pagare l’assicurazione alle famiglie».
Il giovane comandante non è però l’unico ad aver abbandonato Wagner. Il gruppo lo scorso novembre aveva postato in rete il video della brutale esecuzione del soldato Yevgeny Nuzhin. La sua colpa? Si era rifiutato di combattere. «Altri compagni sono stati fucilati con l’accusa di tradimento per la stessa ragione», conferma Medvedev.
I dettagli della fuga sono stati confermati da Vladimir Osechkin, responsabile della Ong Gulagu che aiutato il giovane a fuggire. «Una volta che ha lasciato la Wagner è diventato ricercato dai servizi di sicurezza del gruppo e dai servizi speciali russi. La sua vita è minacciata. Noi, come difensori dei diritti umani, abbiamo deciso di aiutarlo e proteggere la sua vita», ha spiegato alla Cnn.