La Corte suprema ribadisce il carattere culturale della corrida
MADRID - Il dibattito sul posto della corrida nella cultura e nella società spagnola si è riacceso dopo che la Corte suprema del paese ha stabilito che il governo, a guida socialista, ha sbagliato a escludere le corride da un elenco di eventi culturali accessibili ai giovani tramite un buono. Lo riporta il Guardian.
Introdotto lo scorso anno, il bono cultural joven (buono culturale per i giovani) dà diritto agli spagnoli che compiono 18 anni a un assegno di 400 euro, metà del quale può essere speso per partecipare a eventi culturali come festival, concerti, opere teatrali, mostre e film.
La decisione del governo di omettere la corrida dall'elenco degli eventi culturali dal vivo ha irritato la Fundación del Toro de Lidia, un'organizzazione dedicata alla difesa e alla promozione di questa attività.
Il presidente della fondazione, Victorino Martín, ha dichiarato che la corrida è una delle «espressioni culturali più distintive» della Spagna e ha definito la sua esclusione dal programma una «censura culturale e un attacco alla libertà».
L'organizzazione ha portato la questione davanti alla Corte suprema, che martedì ha annullato la decisione del governo, stabilendo che l'esclusione della corrida non era giustificata.
La corte ha osservato che «la corrida è stata dichiarata parte del patrimonio culturale della Spagna» da una legge del 2013, aggiungendo che «i suoi aspetti culturali, storici e artistici sono stati riconosciuti legalmente».
Martín ha dichiarato che «la sentenza del tribunale è una grande notizia» e ha detto alla stazione radio Cope: «Questa sentenza dice che un leader di questo Paese - a prescindere dai suoi gusti e dalla sua ideologia - deve rispettare la legge. C'è una legge che protegge la corrida e che obbliga chi è al potere a promuoverla. In questo caso abbiamo assistito a un'esclusione molto chiara a causa di un settarismo ideologico».