Si indaga su distruzione di prove e irregolarità nelle dichiarazioni rese alla polizia dai collaboratori di Downing Street
LONDRA - Non c'è pace per Boris Johnson. Dopo lo scandalo Partygate, che aveva provocato le dimissioni da leader del partito conservatore e da premier lo scorso luglio, ora si apprende che la Polizia metropolitana (Met) potrebbe riaprire nuovamente l'inchiesta sui festini a Downing Street, organizzati in barba a lockdown e restrizioni, imposte dallo stesso governo Tory, tra il 2020 e il 2021.
Le nuove contestazioni - Secondo quanto riporta il Guardian, ci sarebbero nuove rivelazioni scottanti sulla vicenda. Si tratterebbe infatti d'irregolarità circa le dichiarazioni rilasciate - e presumibilmente concordate - dal personale di Downing Street prima di essere consegnate alle autorità.
Ma non solo, il quotidiano londinese parla anche di una possibile distruzione delle prove compromettenti, relative alle feste, sempre a opera dei membri dello staff dell'ex premier. E agli atti potrebbe infine finire anche un commento ironico di Johnson, mentre lascia uno dei party dello scandalo: «Questa è la festa con distanza più sconveniente nel Regno Unito, in questo momento».
Cosa dicono le autorità - «Saprai senza dubbio delle nuove prove che contraddicono direttamente l'ex primo ministro, circa l'affermazione di non essere a conoscenza di alcuna violazione delle regole al numero 10 di Downing Street - ha scritto Unmesh Desai, vicepresidente della commissione per la polizia e il crimine dell'Assemblea di Londra, nel sollecitare una nuova indagine al commissario del Met, Mark Rowley - Ci sono anche segnalazioni di prove che dimostrano che la violazione delle regole è stata distrutta dai membri dello staff».
Il punto sull'indagine - Su un totale di 126 multe comminate a 83 persone, emesse dal Met durante l'inchiesta sul Partygate conclusa lo scorso mese di maggio, solo una contravvenzione di 50 sterline (per violazione alle leggi anti Covid) venne destinata a Johnson, che dovrebbe comparire il prossimo mese di febbraio davanti a una speciale commissione, per stabilire se il suo comportamento sia stato ingannevole e menzognero.
Sotto la lente anche i movimenti finanziari - Si indaga intanto anche sui movimenti finanziari dell'ex premier conservatore. Il National Audit Office, nello specifico, starebbe analizzando il percorso delle 220mila sterline - denaro dei contribuenti - utilizzate per finanziare la difesa legale di Johnson.
Sotto la lente anche le entrate dell'ex numero uno dei Tory che, da quando ha lasciato l'incarico da premier, lo scorso settembre, ha dichiarato entrate per 4,8 milioni di sterline, cifra che comprende un pagamento anticipato di circa 2,5 milioni di sterline per conferenze.