Il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica porta buone nuove dal suo viaggio nel Paese. «Un accordo è un po' più vicino»
TEHRAN - L'Iran «ricollegherà le telecamere di monitoraggio nei siti nucleari», in vista di nuove ispezioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Lo ha annunciato il direttore generale dell'AIEA Rafael Grossi a Vienna al suo rientro dalla missione in Iran.
«Abbiamo avuto tutto l'accesso di cui avevamo bisogno», ha detto Grossi confermando il clima positivo e costruttivo dei colloqui.
«Sono certo che stiamo costruendo la strada per arrivare a importanti accordi», aveva enfatizzato poche ore prima in conferenza stampa nella capitale iraniana con il presidente Ebrahim Raisi, che ha auspicato nello stesso contesto che «l'AIEA abbia un approccio professionale e imparziale che non sia ispirato dalle potenze straniere che stanno solo perseguendo i propri obiettivi».
«Alcuni paesi, USA e il regime sionista in particolare (Israele, ndr) usano il tema del nucleare per fare pressioni sull'Iran, questo mentre Israele ancora non è membro dell'AIEA», ha insistito il presidente.
Grossi, arrivato venerdì in Iran in vista della riunione del Consiglio dei governatori dell'AIEA che si terrà lunedì a Vienna, ha incontrato i massimi dirigenti iraniani parlando di un clima «costruttivo e di franchezza» e soddisfazione per aver individuato «un'agenda comune» con Teheran.
L'agenzia dell'ONU, secondo alcune indiscrezioni del rapporto che verrà illustrato lunedì, ha rinvenuto nell'impianto di Fordow particelle di uranio arricchite in purezza fino all'83,7%, poco sotto la soglia del 90% per produrre un'arma atomica.
Un aspetto tecnico su cui ha insistito il capo dell'Agenzia per l'energia atomica iraniana (AEOI): «Si parla di purezza e non arricchimento, non abbiamo superato la soglia del 60%», ha ribadito Mohammad Eslami, sottolineando che l'obiettivo della missione di Grossi era quello di monitorare le prestazioni, lo stato e la capacità dell'industria nucleare iraniana.
In uno scarno comunicato il responsabile ha riferito di una prima intesa su una sorta di «meccanismo" di monitoraggio su tre siti nucleari, tra cui evidentemente Fordow, e che su questa bozza si stanno sviluppando le discussioni interne, anticipando che la decisione arriverà dalle «autorità superiori».
Teheran, ha assicurato Eslami, vuole «continuare a lavorare con l'AIEA» per il ritorno agli obblighi dell'accordo del 2015, ma anche gli altri Paesi (Germania, Cina, USA, Francia, Gran Bretagna e Russia) devono fare la propria parte.