Nel frattempo, l'ok definitivo del Consiglio europeo, per sancire lo stop delle auto a combustione, è slittato a data da definirsi.
BRUXELLES - Per la ratifica alla norma che prevede lo stop delle auto a combustione, a partire dal 2035, non è ancora fatta. Due infatti gli slittamenti della riunione del Coreper, l'organo del Consiglio europeo, al centro del processo decisionale dell'Unione, che si occupa di preparare il campo al Consiglio che, a sua volta, composto dai capi di ciascun governo, dovrà sancire l'entrata in vigore della mobilità green per tutti.
Come detto, al no secco dell’Italia al provvedimento si erano affiancate la Germania, alla ricerca di un compromesso, e le indecise Polonia e Bulgaria. A destare interesse è stata però soprattutto la proposta di compromesso del ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wisssing, che sta lavorando per l'ok all'utilizzo di carburanti sintetici decarbonizzati, i così detti e-fuels o carburanti a basse emissioni, utilizzati nei motori a combustione. Tutto questo attraverso una visione diversa: decarbonizzare il combustibile al posto di farlo esclusivamente con i motori.
Ma come si arriva agli e-fuels? - Per ottenere gli idrocarburi sintetici si parte con il produrre idrogeno verde - componente madre - attraverso un processo di elettrolisi dell’acqua, da alimentare ovviamente con energie rinnovabili. All’idrogeno va combinata l'anidride carbonica, "rubata" dall'aria o dai fumi di combustione delle biomasse. Quanto ai vantaggi dei così detti electro-fuels: un impatto ridotto sull'ambiente, il superamento della problematica dell'autonomia delle ricariche elettriche, oltre a consentire il prolungamento della vita dei motori a combustione. Ma non solo visto che l'e-fuel può essere inserito sia in un piano di decarbonizzazione industriale sia nel trasporto aereo e marittimo.
I limiti - Va però detto che - secondo un approfondimento sull'argomento del Sole 24 Ore - questa soluzione sì riduce le polveri fini ma è ancora suscettibile di liberare ossidi di azoto (NOx). Con quanto ne deriva in fatto di peggioramento dell'effetto serra e della qualità dell'aria, specie nei centri urbani. Ma non solo, come anticipato, per produrre idrogeno verde occorre energia che, secondo gli ambientalisti, attualmente non può essere garantito in modo green, così come l'ottenimento dell'anidride carbonica. II tutto complicato dagli elevati costi di produzione della tecnologia oggi disponibile, con l’alternativa delle biomasse che comporterebbe consumo di acqua, combustione e la realizzazione di colture ad hoc.
Alla ricerca di un compromesso (?) - Per tutti questi motivi, probabilmente sul piatto delle decisioni non c'è un'unica soluzione e, all'interno dell'Ue, la posizione della Germania è vista come un compromesso, sul quale i paesi stanno lavorando, forse con l’obiettivo di rivedere la normativa, da attuarsi a partire dal 2035 ma su cui è ormai tempo di decidere.