Lo sostiene Bernie Sanders e lo pensano svariati Democratici, che chiedono l'abrogazione di una legge firmata da Donald Trump
WASHINGTON - La politica statunitense, scossa in questi giorni dalle conseguenze del fallimento di Silicon Valley Bank (Svb), sta discutendo su come tutelare i depositi dei cittadini - e su come impedire che un caso del genere possa nuovamente avvenire. Per questo motivo i riflettori sono puntati su una legge varata nel 2018.
«Sia chiaro. Il fallimento della Svb è il risultato diretto di un assurdo disegno di legge sulla deregolamentazione bancaria firmato da Donald Trump a cui mi sono fortemente opposto».
A dichiararlo è Bernie Sanders, uno degli esponenti più in vista del Partito democratico. Gli fa eco la senatrice Elizabeth Warren, già candidata alle primarie presidenziali democratiche: «L'abrogazione della legislazione del 2018 che ha indebolito le regole per le banche come Svb deve essere una priorità immediata per il Congresso».
Lunedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che chiederà al Congresso di ripristinare la legge Dodd-Frank, varata nel 2010 per impedire crack devastanti come quelli di Washington Mutual e Lehman Brothers. Un provvedimento figlio della gravissima crisi finanziaria del 2008 e caduto sotto la scure dell'ultima amministrazione repubblicana.
Nbc News ricorda come la legge sia passata con un voto bipartisan (fu sostenuta anche da 33 Democratici) e come sia la diretta conseguenza di un'intensa attività di lobby da parte delle banche che cercavano agevolazioni normative. Tra di esse figuravano Silicon Valley Bank e una serie d'istituti di credito regionali (i cui titoli sono colati a picco lunedì per poi rimbalzare oggi, chi più chi meno).
Punto chiave del disegno di legge portato avanti cinque anni fa dal senatore repubblicano dell'Idaho Mike Crapo: la ridefinizione dello standard "too big to fail" e il maggiore controllo normativo sugli istituti classificati in tal modo. La legge del 2018 ha alzato la soglia da 50 miliardi a 250 miliardi di dollari, esentando molte banche di medie dimensioni.
Non si può nemmeno dire che il rischio di quanto si sta verificando oggi non sia stato preso in considerazione: l'ufficio del bilancio del Congresso (all'epoca a guida repubblicana) pubblicò un rapporto in cui affermava che questa legislazione, una volta entrata in vigore, «avrebbe aumentato le probabilità di fallimento di una grande società finanziaria con un patrimonio compreso tra 100 e 250 miliardi di dollari».