Lo scrive sul suo canale Telegram riportando alla luce la vicenda di Imran Ahmad Khan.
MOSCA - L'attacco arriva dal suo canale Telegram e prende di mira il procuratore della Corte penale dell'Aia (che ha ordinato l'arresto di Putin), tirando in ballo il fratello e una vicenda che lo coinvolgerebbe per un reato di pedofilia. «È un pedofilo rilasciato in anticipo il fratello di Karim Khan».
La vicenda del fratello del Procuratore della Corte Penale dell'Aja - La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova scrive che l'ex deputato conservatore Imran Ahmad Khan, fratello del Procuratore della Corte penale dell'Aja, «dimessosi in seguito all'episodio di pedofilia di cui è stato accusato, è stato rilasciato il 23 febbraio da una prigione in Gran Bretagna dopo avere scontato soltanto la metà di una condanna a 18 mesi di reclusione per avere molestato un ragazzo minorenne».
L'ordine di arresto dopo tre settimane dal rilascio del fratello - «Il 17 marzo - aggiunge - tre settimane dopo il rilascio del fratello pedofilo, Karim Khan emette un ordine d'arresto non solo per Putin, ma anche per Maria Llova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini in Russia, cioè una persona che protegge i bambini da gente come il fratello del procuratore. Non si vergognano più di niente».
«Uno scandalo il mandato contro Putin» - La portavoce fa capire di ritenere che vi sia un legame tra il rilascio anticipato del fratello di Karim Khan e il mandato d'arresto contro Putin, affermando che «è uno scandalo». «Dopo tutto - aggiunge - non esistono simili coincidenze. Il 'sistema giudiziario' britannico ha già premiato un procuratore britannico della Cpi rilasciando in anticipo suo fratello pedofilo. Naturalmente, ora è chiaro il perché. I giudici della Cpi hanno fatto un salto fuori dalle loro toghe per prendere una decisione così evidentemente idiota e illegale».
«Mosca aperta alla pace ma niente ultimatum» - La portavoce era anche tornata qualche ora prima a parlare nuovamente del conflitto ucraino e delle possibilità di pace: «Mosca è aperta a proposte serie per risolvere la crisi ucraina, ma non accetterà ultimatum» aveva detto, subito rilanciata dall'agenzia Tass.
«Abbiamo ripetutamente dichiarato di essere aperti a proposte veramente serie da parte dell'Occidente e dell'Ucraina per trovare una soluzione politica e diplomatica alla crisi, ma non accetteremo il linguaggio degli ultimatum», ha affermato Zakharova commentando le dichiarazioni del ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba sull'importanza della 'formula di pace' proposta dal presidente Volodymyr Zelensky.
La cancellazione delle sanzioni e delle cause legali - Un eventuale accordo per l'Ucraina deve comprendere «la cancellazione delle sanzioni e di tutte le cause legali contro la Russia nelle Corti internazionali», ha aggiunto Zakharova, citata dall'agenzia Ria Novosti.
«Cessare i rifornimenti di armi all'Ucraina» - Per arrivare alla pace, ha aggiunto la portavoce in una dichiarazione postata sul sito del ministero degli Esteri, è inoltre necessario che «cessino i rifornimenti di armi e mercenari all'Ucraina» e il ritorno dell'Ucraina a uno status neutrale, oltre al «riconoscimento internazionale delle nuove realtà territoriali».