Colloquio con Michelle Menter, direttrice del Greensprings Natural Cemetery Preserve, tra i pochi cimiteri naturali al 100% negli Usa
NEW YORK - Si chiama “terramazione” e dal primo aprile sarà possibile anche a New York. A legalizzare il compostaggio umano arriva una legge firmata dalla governatrice Kathy Hochul.
I newyorkesi potranno avere accesso a un metodo di sepoltura alternativo, ma rigorosamente regolamentato e affidato a imprese funebri certificate come “impianti di riduzione organica”.
Come funziona - Il corpo del defunto viene chiuso da 2 a 4 mesi in un contenitore semi-aperto e ricoperto di trucioli di legno, erba medica e paglia. Il processo di compostaggio porta alla produzione di un metro cubo di terreno che può essere utilizzato come fertilizzante di piante e giardini.
Il plauso degli ambientalisti - Grande soddisfazione da parte degli ambientalisti, che sostengono fortemente le alternative ecologiche alla cremazione e alla sepoltura tradizionale. Tra l’altro, i costi del compostaggio sono paragonabili a quelli delle opzioni tradizionali, fermandosi intorno ai settemila dollari (la cifra media).
L'opposizione dei cattolici - Alla legge sulla terramazione, come prevedibile, si è fermamente opposta la Conferenza Cattolica dello Stato di New York che aveva incoraggiato i fedeli a fare pressione su Hochul affinché ponesse il veto alla legge. Questa mossa legislativa rende lo Stato il sesto negli Usa ad adottare la pratica. Capofila lo Stato di Washington, il primo a legalizzare il compostaggio umano nel 2019, seguito da Colorado e Oregon nel 2021, quindi da Vermont e California nel 2022.
Le sepolture ecologiche - «Prenderemo certamente in considerazione la possibilità di offrire la terramazione», ci dice Michelle Menter, direttrice del Greensprings Natural Cemetery Preserve nello Stato di New York.
La sua compagnia ha creato uno dei primi siti di sepoltura ecologica ed è oggi tra i pochi cimiteri naturali al 100% negli Stati Uniti. Per Menter è importante capire bene se la terramazione sia totalmente innocua per l’ambiente e per l’ecosistema.
«Noi offriamo sepoltura naturale da diciassette anni», spiega. Greensprings, infatti, al momento dà alle famiglie la possibilità di seppellire i propri cari direttamente nel terreno, lasciando che la natura faccia il suo corso. La grossa differenza è che nel caso della terramazione è un’impresa funebre a fare il compostaggio.
«Per noi, invece, è un po’ come piantare una persona. I nostri corpi possono essere utili dopo la morte e non devono essere dannosi, come invece avviene con la sepoltura convenzionale», sottolinea, riferendosi alle sostanze utilizzate per l'imbalsamazione (tradizione molto comune negli Stati Uniti) o per le bare.
«Noi avvolgiamo il defunto in un sudario di mussola, cotone o lino, oppure in una bara di pino, di salice o di cartone». L’importante è che si tratti di materiale biodegradabile: «La persona viene sepolta in una riserva naturale, tra piante autoctone, farfalle e uccelli». Nulla di più armonioso e rispettoso dei ritmi di Madre Terra.