Il provvedimento sbloccherà fondi e poteri utili a gestire più rapidamente le criticità emerse con il moltiplicarsi degli arrivi
ROMA - In risposta all'aumento degli sbarchi di migranti in Italia, il governo di Roma ha deliberato lo stato di emergenza in tutto il Paese, che durerà per almeno sei mesi.
A portare la proposta in Consiglio dei ministri, di fronte all'incremento dei flussi attraverso le rotte del Mediterraneo, è stato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci (Fratelli d'Italia, già presidente delle Regione Siciliana). Nelle prossime ore, salvo eccezioni, potrebbe già spuntare il nome di un eventuale commissario con un piano di intervento.
Il provvedimento sbloccherà fondi e poteri che permetteranno di gestire più rapidamente le criticità emerse con il moltiplicarsi degli arrivi: 31.200 migranti dall'inizio del 2023, con un +300% rispetto all'anno scorso e tutti gli hotspot attualmente presenti nel Paese affollati.
Nuovi centri per il rimpatrio
Grazie ad un primo stanziamento di 5 milioni, poi 20 milioni per i sei mesi, il piano punterà a creare nuovi posti per l'accoglienza, dai trasferimenti di migranti ai Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Del resto la linea del governo già annunciata nei giorni scorsi era quella di creare nuove strutture e prevedere Cpr in ogni regione.
Non è l'unica partita che si gioca sul fronte dell'immigrazione. Un'ulteriore stretta alle norme già in vigore con il decreto Cutro si sta mettendo a punto in queste ore con gli emendamenti allo stesso decreto-legge: un'intesa all'interno dell'esecutivo potrebbe portare a un dimezzamento dei tempi di verifica per il rinnovo della protezione speciale, da quattro a due anni.
I vari emendamenti saranno discussi domani in commissione Affari costituzionali al Senato e appare probabile che la maggioranza porterà poi a Palazzo Madama il provvedimento nei tempi previsti, tra il 18 e 20 aprile, ma andando in aula senza il mandato al relatore: un modo per arginare l'ostruzionismo dell'opposizione.
Più di 3000 arrivi nel periodo di Pasqua
Nel Mediterraneo intanto gli sbarchi non si fermano, anzi. Nel fine settimana di Pasqua si sono intensificate le segnalazioni di barche in avaria e migranti in cerca di aiuto, con un crescendo di attività dei soccorritori che da venerdì a lunedì ha consentito di trarre in salvo circa 2000 persone alle quali si sono aggiunti altri 1200 migranti per i quali le operazioni di soccorso sono in corso nello Ionio tra la Sicilia e la Calabria.
Trentotto sono invece le vittime di due naufragi, uno al largo della Tunisia e l'altro in acque Sar maltesi, e 18 i dispersi. Sea Watch ha inoltre avvistato un nuovo peschereccio con circa 400 persone a bordo avvistato poco fa in acque Sar maltesi: "abbiamo lanciato un mayday relay e monitorato la scena insieme a un aereo dell'Aeronautica militare italiana. Serve subito un'operazione di soccorso", spiegano gli attivisti.
Sulla rotta balcanica, invece, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini chiede alla Slovenia di riattivarsi per "le riammissioni di coloro che vengono trovati a superare illegalmente il confine, altrimenti saremo costretti a reinstallare dei punti di controllo ai confini. Ognuno deve fare il suo", dice.