Il caso della Florida e il tema mai risolto della violenza delle armi da fuoco negli istituti scolastici
MIAMI - Voleva far riflettere i suoi allievi sul dramma delle sparatorie di massa nelle scuole. E così un insegnante di psicologia di un istituto superiore in Florida ha assegnato ai suoi trentacinque allievi un insolito tema: scrivere il proprio necrologio, come se fossero stati vittime di un killer. Il docente, Jeffrey Keene, è stato licenziato in tronco dal consiglio d’istituto che ha ritenuto il compito in classe totalmente inadatto alla sensibilità degli studenti.
La vicenda ha avuto luogo nel contesto di una delle periodiche esercitazioni in cui ai ragazzi delle scuole americane viene insegnato come comportarsi e difendersi in caso di sparatoria.
«Non volevo spaventarli», ha detto Keene alla NBC. L’intento, ha spiegato il professore, era piuttosto quello di aiutarli a capire cosa realmente fosse importante nella vita, chiedendo anche di condividere le loro opinioni.
Il caso infiamma un dibattito già incandescente. Una settimana prima dell’episodio, a Nashville, in Tennessee, durante una sparatoria erano stati uccisi tre bambini e tre adulti in una scuola elementare. Dall’inizio dell’anno sono già un centinaio le vittime cadute nelle scuole americane, dalle materne alle superiori. E c’è chi parla di “epidemia di violenza da armi da fuoco” negli istituti scolastici. A livello nazionale, sono già quasi 140 i conflitti a fuoco di massa che si sono verificati negli Stati Uniti.
Il tema, è noto, spacca in due l’opinione pubblica americana. L’aumento delle sparatorie di massa nelle scuole ha spinto una fetta del Paese a chiedere leggi più rigide. Lo scorso anno ci ha provato una legge approvata dal Congresso e firmata dal presidente Joe Biden che ha ampliato i controlli sui precedenti di chi decide di acquistare un’arma ed ha anche irrobustito i programmi di supporto psicologico e di intervento contro la violenza. Ancora poco per i progressisti che invocano interventi più incisivi, tra cui il divieto delle armi d'assalto.
Di contro, l’ala più conservatrice della nazione tende a rifiutare controlli e regolamentazioni che in qualche modo possano limitare il diritto ad acquistare e adoperare armi protetto dal Secondo Emendamento della Costituzione. Come accade proprio in Florida, dove alle redini c’è il governatore repubblicano e ultraconservatore, Ron DeSantis.