L'accesso al farmaco sarà, per ora, mantenuto. La mossa arriva dopo che Florida è stata firmata una delle leggi più restrittive in materia
WASHINGTON - Vittoria per i sostenitori del diritto all'aborto negli Stati Uniti. La Corte Suprema ha deciso, almeno temporaneamente, di mantenere il pieno accesso al farmaco più utilizzato in America per l'interruzione di gravidanza.
Una mossa che arriva proprio nel giorno in cui il governatore della Florida Ron DeSantis ha firmato una delle leggi più restrittive sull'aborto, vietandolo dalla sesta settimana, quando molte donne non sanno nemmeno di essere incinte.
Il massimo tribunale americano era stato chiamato in causa sia dall'amministrazione Biden che da una delle società che produce il farmaco, il mifepristone, dopo che il controverso giudice federale del Texas Matthew Kacsmaryk, nominato dall'allora presidente Donald Trump, ne aveva bloccato la vendita.
Sentenza che era stata, in parte, rovesciata da una corte d'appello che aveva tuttavia mantenuto una serie di rigide restrizioni sull'accesso alla pillola. Per questo il dipartimento della giustizia e l'azienda farmaceutica Daco hanno chiesto l'intervento "urgente" della Corte Suprema. Uno dei nove saggi, Samuel Alito, ha spiegato che ora c'è tempo fino a mercoledì per prendere una decisione definitiva.
Si tratta di una delle dispute più complicate dalla scioccante sentenza dello stesso massimo tribunale lo scorso giugno che ha ribaltato la "Roe w Wade", di fatto annullando il diritto all'aborto a livello nazionale e dando a ciascuno Stato la libertà di legiferare. Da allora sono stati molti i governatori repubblicani che hanno fortemente limitato o vietato tout court l'interruzione di gravidanza, come in Alabama, Mississippi e Louisiana. Per questo la battaglia sulla pillola è diventata più aspra.
L'ultimo stato a irrigidire le leggi sull'aborto è stata la Florida di DeSantis che ha imposto quasi un bando totale. La nuova legge varata dal governatore peri-conservatore prevede eccezioni sino a 15 settimane solo per le vittime di stupro, incesto e tratta di esseri umani, a condizione che la paziente fornisca prove, come un rapporto della polizia. «Siamo orgogliosi di sostenere in Florida la famiglia e la vita», ha dichiarato il padre di tre figli firmando il provvedimento.
Si tratta solo dell'ultima misura di estrema destra varata da DeSantis negli ultimi anni: dalla censura dei libri e dei corsi di studi che parlano di cultura "woke" o anti-razzista alla battaglia contro gli studi di genere e la comunità Lgtbq+, dal taglio dell'assicurazione sanitaria alla strumentalizzazione di migliaia di migranti caricati a forza su autobus a aerei e spediti nel paradiso dei radical chic americani, Martha's Vineyard, o a Washington. Fino all'approvazione di una legge che consente di portare armi in pubblico senza licenza soltanto pochi giorni dopo l'ennesima strage, in una scuola di Nashville.
Una serie di picconate ai valori della sinistra americana che hanno fatto del governatore della Florida il beniamino dell'ala più conservatrice del partito repubblicano e degli iper-cristiani che rappresentano un'ampia fetta dell'elettorato nazionale. Anche se la stretta sull'interruzione di gravidanza rischia di rivelarsi un boomerang in un'eventuale corsa alle elezioni del 2024, come hanno confermato le recenti sconfitte del Grand Old Party sull'aborto anche in Stati repubblicani come il Kentucky.
DeSantis continua a prendere tempo e non ha ancora annunciato ufficialmente la sua candidatura. Secondo gli ultimi sondaggi, nonostante i guai giudiziari il suo rivale più temibile Donald Trump mantiene un vantaggio notevole: stando ai dati del 12 aprile, al tycoon andrebbe il 49,3% delle preferenze contro il 26,2% del governatore. Molto più indietro gli altri due principali contendenti, l'ex vicepresidente Mike Pence al 5,8% e l'unica donna in gara, Nikki Haley, al 4,3%.