Gli Stati Uniti hanno già evacuato la loro ambasciata, mentre la Francia ha avviato le operazioni.
KHARTOUM - Nonostante la tregua, in Sudan si continua a combattere. Per questo motivo i Paesi occidentali - tra cui la Svizzera - hanno iniziato a predisporre l'evacuazione dei propri cittadini. Gli Stati Uniti, precisano i media americani citando alcune fonti, hanno completato l'evacuazione del personale della loro ambasciata di Khartoum. L'evacuazione, che comprende anche le famiglie del personale diplomatico, è stata condotta tramite un aereo militare americano, ma non è ancora chiaro dove le persone siano dirette. La notizia dell'evacuazione è stata in seguito confermata anche dal presidente Joe Biden che tramite un comunicato ha fatto sapere che «su mio ordine, l'esercito degli Stati Uniti ha condotto un'operazione per evacuare il personale del governo americano», chiedendo ai belligeranti lo «stop» di queste violenze «insensate»
Anche la Francia - come confermato dallo stesso Governo transalpino - ha avviato «un'operazione rapida» per l'evacuazione dei suoi cittadini dal Sudan, dove i violenti combattimenti sono entrati nella seconda settimana. Anche i cittadini europei e quelli di «Paesi partner alleati» sono stati presi in carico, ha aggiunto il Ministero degli Esteri francese, senza fornire ulteriori dettagli.
I paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) in Sudan hanno promesso «piena cooperazione con tutte le missioni diplomatiche, fornendo tutti i mezzi di protezione necessari e garantendo il loro ritorno sicuro nei loro Paesi». Il gruppo in precedenza si era detto pronto ad aprire «parzialmente tutti gli aeroporti» del Paese per evacuare i cittadini stranieri.
Blocco (quasi) totale d'internet - Intanto nel Paese in guerra non funziona praticamente più internet. Lo ha dichiarato all'agenzia Afp NetBlocks, un osservatorio con sede a Londra che monitora l'accesso globale al web. «I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività Internet in Sudan, con la connettività nazionale scesa solo al 2% dei livelli ordinari».