Lo stima l'Agenzia europea dell'Ambiente. La Pianura Padana si conferma una delle regioni più inquinate
BRUXELLES - Ogni anno oltre 1'200 minori in Europa sono vittime dell'inquinamento atmosferico. È la nuova stima dell'Agenzia europea dell'Ambiente (Eea) che, nel suo ultimo rapporto, rileva come il traffico, il riscaldamento e le emissioni industriali siano principali fonti di smog nei Ventisette Paesi Ue e in Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia.
Negli ultimi anni «le emissioni sono diminuite, ma i livelli di inquinamento atmosferico non sono ancora sicuri», scrive l'Agenzia, raccomandando ai governi politiche specifiche per la protezione di bambini e adolescenti, come la creazione di «zone di aria pulita» intorno alle scuole.
Nonostante il richiamo dell'Eea, di verde intorno alle scuole nelle aree urbane in Europa al momento ce n'è poco. In media, stando ai dati, poco più del 10% dell'area entro un raggio di 300 metri dalle strutture educative è verde, e solo il 6% è coperto da alberi.
Le scuole con i dintorni più verdi tendono a essere nel nord Europa. In Italia, in città come Milano, Bari e Napoli meno del 5% dell'area entro un raggio di 300 metri dalle scuole è verde. Va meglio a Roma, Firenze e Bologna, dove la percentuale è tra il 5 e il 10%.
Faro, in Portogallo, e le città svedesi di Umea e Uppsala, sono state classificate come le città con l'aria più pulita nell'Ue.
La Pianura Padana si conferma tra le regioni europee con i più alti livelli di particolato (Pm10 e Pm2.5) nell'atmosfera, emerge ancora dall'ultimo rapporto sull'inquinamento atmosferico dell'Agenzia europea per l'ambiente, basato su dati definitivi 2021 e preliminari per il 2022.
Elevate concentrazioni di particolato si riscontrano anche nell'Europa centro-orientale, principalmente a causa dell'uso del carbone per il riscaldamento e la produzione industriale. Il biossido di azoto, le cui emissioni sono causate principalmente dal traffico, caratterizza l'aria di tutte le più grandi città del Continente, mentre alte concentrazioni di ozono interessano soprattutto l'Italia e il bacino del Mediterraneo per via del ruolo dell'irradiazione solare e del calore nella formazione di questo gas.
Nonostante i continui miglioramenti, osserva l'Eea, i superamenti degli standard di qualità dell'aria Ue sono diffusi, con concentrazioni ben al di sopra delle ultime raccomandazioni dell'Oms. Il 97% della popolazione urbana europea è stata esposta a concentrazioni di particolato fine superiori al livello di riferimento stabilito dall'Organizzazione mondiale della sanità.