Il bilancio, se pur "per gioco", è stato drammatico: migliaia di soldati statunitensi morti, anche di più da parte cinese e taiwanese.
WASHINGTON - È il 22 aprile 2027 e sono trascorse 72 ore dall'inizio di un attacco di Pechino a Taiwan e della risposta militare degli Usa. Il bilancio delle vittime è già altissimo. Questo lo scenario dipinto dagli "war game" giocati qualche giorno fa dai deputati della commissione ristretta sulla Cina della Camera americana.
La simulazione si è svolta di notte, su un enorme tavolo sul quale era sistemata una cartina geografica che ricordava il Risiko, ha riportato l'agenzia di stampa statunitense Associated Press (Ap) che ha potuto assistere. Lo scopo? Esplorare le opzioni diplomatiche, economiche e militari degli Stati Uniti se si trovassero di fronte a un'invasione di Taiwan da parte della Cina.
Alla fine il bilancio se pur "per gioco" è stato drammatico: migliaia di soldati statunitensi morti, anche di più da parte cinese e taiwanese. Nella sperimentazione, inoltre, nessun alleato dell'area o partner interviene a sostegno delle forze americane che vengono lasciate sole contro il Dragone.
A gennaio lo statunitense Center for Strategic and International Studies (CSIS, Centro per gli studi strategici e internazionali) aveva fatto un esperimento del genere simulando un attacco cinese all'isola nel 2026 e aveva concluso che Pechino non vincerebbe. Secondo il "war game", alla fine di un eventuale conflitto il Pentagono perderebbe almeno due portaerei, ma la marina cinese, la più grande al mondo, «sarebbe allo sfascio». La simulazione è stata ripetuta per ben 24 volte e il risultato è sempre stato lo stesso, si legge nel rapporto: «La Cina fallirebbe e i costi sarebbero enormi».