Una preoccupazione espressa in occasione della Giornata della libertà di stampa.
PARIGI - Il 2022 è considerato un anno nero per i giornalisti e la libertà di stampa. Sono stati 86 i reporter uccisi, per lo più al di fuori delle zone di guerra. È quanto ha ricordato, in apertura della conferenza che si è tenuta alle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, la direttrice generale dell'Unesco, Audrey Azoulay che ha sottolineato come molte di queste vittime erano semplicemente «a casa con le loro famiglie».
Altre centinaia di giornalisti sono stati aggrediti o imprigionati. «Il livello di impunità per questi crimini - ha detto ancora Azoulay - invia un messaggio agghiacciante, perché la sicurezza dei giornalisti non è solo una questione che riguarda i giornalisti o le organizzazioni internazionali, ma riguarda la società nel suo complesso».
E mentre gli attacchi e l'odio online contro la stampa crescono è quanto mai necessaria la libertà di espressione «poiché l'avvento dell'era digitale ha cambiato l'intero panorama delle notizie» ha aggiunto la direttrice dell'Unesco. Se Internet ha aperto nuovi canali di informazione ed espressione, è stato sottolineato, ha anche fornito terreno fertile per coloro che cercano di seminare disinformazione e teorie cospirative.
«Oggi le bugie viaggiano molto più velocemente della verità». Preoccupazione è stata espressa, nel corso della conferenza all'Onu, anche dal presidente ed editore del New York Times, Arthur Gregg Sulzberger, secondo cui «senza giornalisti che forniscano notizie su cui le persone possano contare, temo che continueremo a vedere l'erosione dei legami civici, l'erosione delle norme democratiche e l'indebolimento della fiducia nelle istituzioni e tra le persone, che è così essenziale per l'ordine globale».
«Per le nazioni con una forte tradizione di libertà di stampa, compresi gli Stati Uniti, ciò significa che i leader devono mobilitarsi per garantire protezioni legali ai giornalisti indipendenti e alle loro fonti», ha affermato. «Per i paesi in cui è pericoloso riportare la verità, ciò significa che la comunità internazionale deve chiarire che denuncerà e punirà le misure repressive e gli attacchi contro i giornalisti, ovunque si verifichino», ha concluso.
«Ogni giorno il mondo deve schierarsi con i giornalisti mentre difendono la verità». È il messaggio lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres nella giornata mondiale della libertà di stampa. «La nostra libertà - ha aggiunto - dipende dalla libertà di stampa, ma in ogni angolo del mondo questa è sotto attacco».
In occasione della Giornata della libertà di stampa l'Unesco ha organizzato ieri una conferenza presso la sede della Nazioni Unite per fare il punto sul tema e ha consegnato il Premio mondiale per la libertà di stampa Guillermo Cano 2023 a tre giornaliste iraniane detenute. Si tratta di Niloofar Hamedi, Elaheh Mohammadi e Narges Mohammadi.
Niloofar Hamedi scrive per il principale quotidiano riformista Shargh. Ha dato la notizia della morte di Masha Amini. Dal settembre 2022 è detenuta in isolamento nella prigione iraniana di Evin. Elaheh Mohammadi scrive per il quotidiano riformista Ham-Mihan. Ha raccontato il funerale di Masha Amini ed è anche lei detenuta nella prigione di Evin dal settembre 2022.
Niloofar Hamedi ed Elaheh Mohammadi sono state indicate come due delle 100 persone più influenti del 2023 da Time Magazine. Narges Mohammadi ha lavorato per molti anni come giornalista per una serie di giornali ed è anche autrice e vicedirettrice dell'organizzazione della società civile con sede a Teheran Defenders of Human Rights Center (Dhrc). Attualmente sta scontando una pena detentiva di 16 anni nella prigione di Evin. Ha continuato a riferire sulla stampa dal carcere e ha anche intervistato altre donne detenute. "Ora più che mai, è importante rendere omaggio a tutte le giornaliste a cui viene impedito di svolgere il proprio lavoro e che subiscono minacce e attacchi alla loro sicurezza personale. Oggi onoriamo il loro impegno per la verità e la responsabilità" ha dichiarato la direttrice generale dell'Unesco Audrey Azoulay.