Due reclute sono di lingua italiana, dodici si esprimono in tedesco, sette in francese e due in romancio
ROMA - Una cerimonia svoltasi oggi nel tardo pomeriggio in Vaticano ha sancito il giuramento di 23 nuovi alabardieri della Guardia Svizzera Pontificia, l'esercito più piccolo e antico del mondo. Due reclute sono di lingua italiana, dodici si esprimono in tedesco, sette in francese e due in romancio
«Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa. Assumo gli stessi doveri nei confronti del Collegio Cardinalizio durante la vacanza della Sede Apostolica. Prometto anche al Comandante e agli altri Superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Così giuro, che Dio e nostri Santi Patroni mi assistano».
Questa la solenne formula, letta dal cappellano del Corpo, padre Kolumban Reichlin, che ha sancito il giuramento delle 23 nuove guardie svizzere, ognuna delle quali, una mano sulla bandiera e l'altra a indicare la Santissima Trinità, ha risposto, nella propria lingua: «Io, Alabardiere..., giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano!».
L'evento si è svolto in un clima austero e nel contempo di festa, con la presenza delle famiglie giunte dalla Svizzera. Le guardie indossavano la "Gran Gala", l'uniforme comprensiva di armatura, che viene indossata per la benedizione papale "Urbi et Orbi", a Natale e Pasqua.
Era presente una delegazione elvetica, guidata dalla vice presidente della Confederazione Viola Amherd (che è stata ricevuta stamattina da Papa Francesco) con il presidente del Consiglio nazionale Martin Candinas (Centro/GR) e la presidente del Consiglio degli Stati Brigitte Häberli-Koller (Centro/TG).
Sul posto anche il comandante dell'esercito, Thomas Süssli, e il presidente della Conferenza episcopale monsignor Felix Gmür, vescovo di Basilea. La delegazione del Cantone ospite di quest'anno, Argovia, era guidata dal presidente del Consiglio di Stato Jean-Pierre Gallati.
Ogni anno, le nuove guardie prestano giuramento in occasione dell'anniversario del sacco di Roma, 6 maggio 1527, quando 189 guardie svizzere, di cui 147 che restarono uccise, difesero Papa Clemente VII contro i lanzichenecchi arruolati nell'esercito di Carlo V.
l giuramento avviene sulla bandiera del Corpo e alla presenza del rappresentante del Papa, monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Le guardie giurano così di proteggere e difendere il Papa in carica e tutti i suoi legittimi successori, anche a rischio della propria vita, come hanno fatto in passato i loro valorosi e fedeli antenati.
Il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, fondato da Papa Giulio II il 22 gennaio 1506, è responsabile della protezione del Papa e della sua residenza. Guidato dal colonnello Christoph Graf - «Non portate questa divisa come un abito di scena, ma come espressione del vostro servizio», ha detto oggi nel suo discorso - ha il compito di controllare gli accessi al Vaticano e al Palazzo Apostolico, di garantire l'ordine e la rappresentanza durante le cerimonie papali e i ricevimenti di Stato e di proteggere il Collegio cardinalizio durante la sede vacante.
Il Corpo comprende guardie provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. La maggior parte dei membri proviene dal canton Friburgo, seguito da Lucerna e San Gallo.