Le violazioni dei diritti delle donne in Afghanistan sono all'ordine del giorno. Ora Amnesty International rincara la dose.
LONDRA - Aggiungere il crimine di persecuzione di genere alla lunga lista di crimini perpetrati dai Talebani nei confronti delle donne in Afghanistan. È quello che chiedono Amnesty International e la Commissione internazionale dei giuristi (Icj) nel loro rapporto.
Per le due organizzazioni è necessario «un cambiamento drastico e urgente nell'approccio della comunità internazionale alla persistente e flagrante condotta criminale dei Talebani, che impedisce alle donne e alle ragazze in Afghanistan di esercitare la maggior parte dei loro diritti umani», ha dichiarato il segretario generale della Icj Santiago A. Canton.
Nel rapporto è precisato che le violazioni dei diritti delle donne afghane sono da considerare - in ottica giuridica - crimini contro l'umanità di persecuzione di genere ai sensi dell'Articolo 7(1)(h) dello Statuto di Roma e, in particolare, viene chiesto alla Corte penale internazionale (Cpi) di inserire il suddetto crimine nella lista dei crimini perpetrati dai Talebani nei confronti delle donne che vivono nel Paese.
Sono anni che le donne afghane vengono sistematicamente bandite dalla vita pubblica, impossibilitate ad accedere all'istruzione, interdette al lavoro, private della libertà di movimento, imprigionate, fatte sparire e torturate per avere contestato e resistito alla repressione dei Talebani. E questo in piena violazione degli accordi internazionali che anche l'Afghanistan ha ratificato. Per la segretaria generale di Amnesty International Agnès Callamard non ci sono dubbi: «Le prove suggeriscono che queste misure riflettono una politica di persecuzione di genere che mira a cancellare l'agire delle donne e delle ragazze in quasi tutti gli aspetti della loro vita».
Al fine di assicurare un minimo di giustizia alle vittime del regime di Kabul, entrambe le organizzazioni propongono dunque alla Cpi di ritenere i Talebani penalmente responsabili delle atrocità da loro commesse. «Non possiamo permetterci di deludere le donne e le ragazze dell'Afghanistan», conclude Canton.