Sono in ritardo di ben tre anni
NAIROBI - I Paesi più ricchi e inquinanti sono indietro di tre anni nel rispetto dell'impegno di stanziare 100 miliardi all'anno in aiuti ai Paesi a basso e medio reddito che sono gli ultimi responsabili e le prime vittime del caos climatico. Le cifre annunciate sugli aiuti erogati sono inoltre di gran lunga inferiori rispetto a quelle reali. A denunciarlo è il nuovo rapporto Oxfam, in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente.
Il dossier mostra che nonostante i Paesi donatori affermino di aver stanziato 83,3 miliardi di dollari in aiuti nel 2020, di fatto hanno stanziato soltanto tra i 21 e i 24,5 miliardi di dollari.
«Di molti dei progetti finanziati è stata sopravvalutata l'effettiva portata nel contrastare la crisi climatica», spiega l'Oxfam motivando i numeri inferiori al previsto. Inoltre molti finanziamenti «sono stati erogati sotto forma di prestiti al loro valore nominale, aggravando il peso del debito estero di economie già fragilissime e fortemente indebitate, ancor di più in un periodo in cui i tassi di interesse stanno schizzando alle stelle».
Più della metà di tutti i finanziamenti per l'adattamento ai cambiamenti climatici ai Paesi più poveri viene attualmente erogata sotto forma di prestiti: la Francia, sottolinea il rapporto, eroga ben il 92% degli aiuti bilaterali sul clima in questa forma, l'Austria i 72%, il Giappone 90%, la Spagna l'89%. Nel 2019-20, il 90% di tutti i finanziamenti per il clima forniti dalle banche multilaterali di sviluppo, come la Banca mondiale, è stato erogato secondo queste modalità.
«Tutto questo è profondamente ingiusto - ha dichiarato Nafkote Dabi, policy advisor di Oxfam sulla crisi climatica - I Paesi ricchi trattano con disprezzo i Paesi più poveri e rendono inefficaci i negoziati sul clima, facendo un gioco pericoloso in cui saremo tutti perdenti».
Oxfam stima inoltre che nel 2020 solo tra i 9,5 e gli 11,5 miliardi di dollari siano stati destinati a sostenere la capacità di adattamento dei Paesi a basso e medio reddito. Basti pensare che negli ultimi tre anni in India, Pakistan e America centro-meridionale si sono verificate ondate di calore record, seguite da inondazioni che solo in Pakistan hanno colpito oltre 33 milioni di persone, e i paesi dell'Africa orientale stanno affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, che rischia di uccidere per fame in media 1 persona ogni 28 secondi nei prossimi mesi.
«11,5 miliardi all'anno sono del tutto insufficienti in Paesi a basso e medio reddito dove si devono affrontare inondazioni, uragani, incendi, siccità - continua Dabi - Basti pensare che negli Stati Uniti si spende quattro volte di più ogni anno per nutrire cani e gatti. Nel frattempo, nonostante la loro estrema vulnerabilità, i Paesi più poveri del mondo sono spinti paradossalmente verso un livello di indebitamento insostenibile».