Parola a Tigress Osborn, della National Association to Advance Fat Acceptance: «Non solo il fisico, la discriminazione è molto più grave»
NEW YORK - Non è nato in questi giorni il movimento che si batte per l’accettazione sociale del corpo. Risale agli anni 60. New York ne era il cuore e lo rimane tutt’oggi, diventando il palcoscenico dove festeggiare un importantissimo traguardo. Recentemente, infatti, il sindaco della città Eric Adams ha firmato una legge che vieta qualsiasi discriminazione che si basi sul peso della persona. Un passo fondamentale in avanti verso l’inclusività. Il principio è lo stesso che si applica per la razza, il sesso e la religione.
«Tante persone pensano che i pregiudizi riguardo alle persone obese siano solo sul piano personale, che riguardino l’estetica, l’essere o meno attraente. In realtà, la discriminazione è molto più grave», ci dice Tigress Osborn, a capo della National Association to Advance Fat Acceptance, un gruppo no-profit che lavora per l’accettazione del corpo e per ridurre le discriminazioni e la vergogna legate al peso. Al telefono, Osborn ci fa subito alcuni esempi: «Sul piano lavorativo, i pregiudizi limitano le possibilità degli obesi di ricevere una promozione; a volte vengono persino pagati meno. Nella ricerca delle case, ci sono stati casi di persone scartate per via del loro peso perché esiste tra gli affittuari la sensazione che essi possano essere dei cattivi inquilini».
Questa legge è una vittoria anche per i più piccoli. La scuola, infatti, non è esente da questo tipo di pregiudizi. «Ci sono ricerche che mostrano atteggiamenti diversi degli insegnanti nei confronti degli studenti grassi. Ma non solo, il problema riguarda anche l’accesso alle classi. Molte scuole hanno i banchi attaccati alle sedie e se un ragazzo ha un corpo più grande, non riesce a entrare. Quando si parla di una problematica legata al peso- continua l’attivista- la domanda è sempre la stessa: diamo la colpa alla situazione o alla singola persona?».
L’esempio della scuola può poi facilmente essere esteso ai cinema, ai taxi, agli ambienti sportivi. Il punto di molti attivisti che hanno supportato questa legge è chiaro: le strutture sono disposte ad attuare dei cambiamenti in nome dell’inclusività, per dare l’opportunità a tutti di usufruirne?
L’obesità in America è aumentata notevolmente negli ultimi venti anni. Più del 40% degli adulti viene considerata obesa. New York ha fatto il primo passo verso una società più inclusiva e meno discriminatoria. In Massachusetts, inVermont e nel New Jersey si stanno già valutando testi di legge simili.
Chi critica questa misura legislativa sostiene che così sarà più facile per un impiegato denunciare, senza reali prove, il datore di lavoro. Tigress Osborn però li rassicura subito: «Le persone non sono interessate a fare causa, ma a partecipare con uguali diritti e possibilità alla vita della comunità».