È la conclusione dell'inchiesta contro l'ex premier Boris Johnson sullo scandalo Partygate.
LONDRA - Il rapporto a conclusione dell'inchiesta sul Partygate condotta da una commissione bipartisan del parlamento britannico (Privileges Committee), come previsto, ha condannato l'ex premier conservatore Boris Johnson per aver consapevolmente «fuorviato» il legislativo nei suoi interventi alla Camera dei Comuni sullo scandalo delle feste organizzate a Downing Street in violazione delle restrizioni anti-Covid-19.
L'ex primo ministro si era dimesso da deputato fra le polemiche venerdì scorso, dopo aver visto in anteprima il documento, per evitare la prospettiva di poter essere messo fuori d'autorità in conseguenza delle conclusioni dell'inchiesta.
Nel documento si legge che Johnson avrebbe rischiato una sospensione da parlamentare di ben 90 giorni per i «ripetuti» oltraggi compiuti nel corso dei suoi interventi da primo ministro sul Partygate rivelatisi menzogneri, qualora non si fosse dimesso di sua volontà. Ha commesso ulteriore oltraggio nella sua condotta contro la commissione, minando così il processo democratico della Camera dei Comuni.
Johnson all'annuncio delle sue dimissioni da deputato aveva infatti rivolto parole durissime contro il Privileges Committee, accusandolo di «vergognoso pregiudizio» nei suoi confronti e puntando il dito in particolare contro la presidente Harriet Harman, deputata veterana del Labour. Aveva anche parlato di «caccia alle streghe» scatenata contro di lui sottolineando che l'inchiesta mirava espressamente ad estrometterlo dal parlamento in modo «antidemocratico».
Il rapporto del Privileges Committee ha risposto colpo su colpo a queste dichiarazioni dell'ex leader conservatore affermando che è stato complice della campagna di abusi e tentativi di intimidazione nei confronti della commissione, riferendosi alle forti critiche arrivate anche dai fedelissimi di Johnson nel partito di maggioranza.
Johnson: «È un assassinio politico»
La pubblicazione del documento è destinata ad accendere ancora di più la faida fra i conservatori e in particolare lo scontro aperto su vari fronti tra Johnson e il suo successore, l'attuale premier Rishi Sunak. Inoltre, come sottolineano i media del Regno Unito, ci si chiede come sia possibile un ritorno dell'ex primo ministro sulla scena politica britannica dopo le conclusioni così gravi sulla sua passata condotta.
«È un assassinio politico». Così Johnson ha commentato il rapporto. In una nota afferma che il Privileges Committee ha sferrato «l'ultimo colpo di coltello» contro di lui.