Secondo fonti ucraine, il locale era frequentato da un «gran numero di civili» quando è stato colpito.
KIEV - Le lotte intestine tra i vertici del Cremlino e il Gruppo Wagner non fermano la furia dei russi che in serata hanno colpito con due razzi il centro di Kramatorsk, nel Donetsk, centrando un ristorante «pieno di gente», dove vanno spesso anche i corrispondenti di guerra e i militari.
Il bilancio provvisorio dell'attacco è di almeno tre morti e 25 feriti, tra i quali anche un bambino e probabilmente un reporter con il fixer che lo accompagnava.
«La Russia ha deliberatamente preso di mira aree affollate», ha detto il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko su Telegram mentre è intervenuta anche la first lady, Olena Zelenska: «I terroristi russi attaccano di nuovo i civili, il nemico non vuole una vita normale in Ucraina».
Il raid, compiuto probabilmente con due missili S-300, arriva mentre l'Ucraina cerca di affondare il colpo, con le truppe "avanzate in tutte le direzioni" secondo il presidente Volodymyr Zelensky, soprattutto nelle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia, le stesse aree in cui si era recato lunedì a far visita agli uomini e alle donne impegnate sul fronte.
Un'avanzata che garantisce piccoli progressi a est e riporta indietro le lancette dell'orologio fino al 2014, grazie alla conquista segnalata dall'intelligence britannica del villaggio di Krasnohorivka, vicino alla città di Donetsk. Un luogo oltre i confini de facto stabiliti tra il governo di Kiev e l'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk: un passo in avanti verso l'obiettivo minimo sempre rivendicato dalla sede presidenziale di Palazzo Mariinskij.
A poco sarebbero servite, dunque, le raccomandazioni degli alleati occidentali che, stando alla Cnn, prima della rinuncia di Yevgeny Prigozhin si sarebbero assicurati che Kiev non «scuotesse la barca in quel momento», per non far sì che fossero visti come un una minaccia alla sovranità russa.
Il fronte si scalda anche in direzione di Bakhmut, luogo per mesi al centro degli scontri con le forze di Mosca e il Gruppo Wagner, adesso teatro di un'offensiva che «è in corso da 4 giorni» secondo la vice-ministra della Difesa ucraina Anna Malyar. Per festeggiare, però, è ancora presto visto che a oggi gli ucraini «non sono ancora entrati nella città» e dovranno fare i conti con un sistema di roccaforti da loro creato e ora in mano ai russi. «Ci vorrà ancora un po' di sforzo e di pazienza per liberare queste terre», spiega Malyar.
Per vincere questa guerra all'Ucraina serve di più. E, anche se aiuta, non basta il nuovo pacchetto di aiuti da 500 milioni che gli Stati Uniti stanno per annunciare, in una nuova tranche che includerà più veicoli corazzati Bradley e Stryker. Zelensky vuole garanzie anche sulla difesa comune, e un invito politico ad aderire alla Nato al vertice dell'Alleanza di luglio rendendo così davvero significative le decisioni prese all'incontro.
«C'è una piena comprensione delle garanzie di sicurezza per l'Ucraina per il tempo prima dell'ingresso», ha sottolineato il presidente ucraino. Una scelta che, forse, può dare una sterzata a questa guerra.
Intanto, però, le persone continuano a morire e il diritto internazionale a essere violato. La Russia lo avrebbe fatto di nuovo secondo l'Onu, rendendosi responsabile «dell'esecuzione sommaria di 77 civili mentre erano arbitrariamente detenuti». Un dramma che si fa fatica ad accettare, come quello di oltre 13 milioni di persone costretti a passare la frontiera verso la Polonia, secondo la Rappresentanza permanente polacca all'Unione europea. Una cifra che include sia i profughi usciti dall'Ucraina per cercare rifugio nel Paese vicino che coloro che hanno attraversato la frontiera dalla Polonia all'Ucraina.