Lo ha deciso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Importanti le ripercussioni per la politica di sicurezza del Paese
BAMAKO - La missione dell'Onu in Mali (Minusma) sta per terminare. La decisione è stata presa la settimana scorsa dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Oltre 13mila soldati dovranno lasciare il Paese africano entro la fine dell'anno.
In Mali è una giunta militare a detenere il potere. Questa ha annunciato, all'inizio del mese scorso, che i caschi blu di Minusma non erano più graditi. Stando alla Nzz, il ministro degli Esteri maliano Abdoulaye Diop aveva fatto riferimento a una «crisi di fiducia».
La missione Onu - I soldati di Misusma sono attivi in Mali dal 2013. Le loro principali funzioni sono quelle di proteggere la popolazione dalle incursioni dei battaglioni jihadisti, di consegnare beni umanitari e di scortare i funzionari dell’amministrazione pubblica.
Il quadro è quello dello scontro armato tra i battaglioni sopracitati - tra i quali figurano anche quelli dell'Isis - e il governo. I civili sfollati si contano a centinaia di migliaia.
Inutile dire che tra le vittime del conflitto risultano anche i soldati di Minusma: più di 300 di loro hanno perso la vita in Mali, il che rende Minusma la missione Onu più letale di sempre.
La presenza della Wagner - La fine di Minusma avrà tutta una serie di ripercussioni per la politica di sicurezza del Paese. È probabile che il gruppo Wagner colmerà il vuoto di potere lasciato dai caschi blu.
Su richiesta del colonnello Assimi Goïta - di fatto comandante della giunta militare che nel 2021 ha attuato un colpo di Stato - i soldati della Wagner (stimati tra i 1000 e i 2000 nel Paese) hanno cominciato a ricoprire ruoli sempre più importanti nelle questioni di sicurezza, sostituendosi alla missione militare francese Barkane.
La Wagner conduce operazioni militari assieme all'esercito maliano, utilizzando attrezzature russe. È accusata di molti crimini contro la popolazione civile. Nel marzo del 2022, ad esempio, avrebbe massacrato oltre 500 civili nella città di Moura.
Il modello di business della Wagner in Mali è simile a quello implementato in altri Paesi africani: sostenere un governo debole e autoritario in cambio di risorse. In Mali si tratta di oro. Il Paese è infatti uno dei maggiori produttori del Continente africano.