Lo ha detto Jens Stoltenberg al termine dell'incontro trilaterale con i leader di Svezia e Turchia
VILNIUS - Fumata bianca. La Turchia e la Svezia hanno trovato un accordo e il presidente Recep Tayyip Erdogan si impegnerà a trasmettere «il prima possibile» le carte al Parlamento per permettere una veloce ratificazione dell'ingresso di Stoccolma nella Nato.
Alla vigilia dell'inizio del summit di Vilnius dell'alleanza atlantica l'incontro trilaterale promosso dal segretario generale Jens Stoltenberg ha dato i suoi frutti. «È una giornata storica», ha commentato in conferenza stampa.
L'accordo prevede che la Nato crei - ed è una prima assoluta - un Coordinatore per la lotta contro il terrorismo e che la Svezia implementi gli accordi sulla rimozione delle limitazioni per l'export di armi verso Ankara. Inoltre Stoccolma si impegnerà a sostenere il processo d'ingresso della Turchia nell'Ue, in quanto Stato membro. E questo è un particolare rilevante.
«Apriamo la strada per la Turchia nell'Unione Europea e noi daremo il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato, come abbiamo fatto con la Finlandia», aveva detto il sultano in prima di salpare per la capitale lituana. Creando, ovviamente, un terremoto.
«L'Ue ha un processo molto strutturato di allargamento e i diversi passaggi devono essere soddisfatti da ogni candidato», ha risposto a stretto giro la portavoce della Commissione Europea. È un percorso che «guarda al merito» e non può essere legato a quello dell'adesione della Svezia nella Nato. «Non possono che essere separati», ha tagliato corto la portavoce. In serata però il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha avuto un faccia a faccia con Erdogan.
«Sono state esplorate le opportunità per riportare la cooperazione Ue-Turchia in primo piano e rivitalizzare le nostre relazioni. Il Consiglio Europeo ha invitato l'Alto rappresentante e la Commissione Europea a presentare un rapporto per procedere in modo strategico e lungimirante», ha scritto su Twitter. «Abbiamo anche discusso dell'adesione della Svezia alla Nato anche in vista del miglioramento delle relazioni Ue-Turchia», ha aggiunto.
Che sia stata una provocazione o meno, l'uscita di Erdogan ha avuto qualche effetto. Certo, il Consiglio Ue sul punto è nettissimo. «La Turchia ha ottenuto lo status di Paese candidato all'Ue nel dicembre 1999. Nell'ottobre 2005 l'Ue e la Turchia hanno avviato negoziati di adesione, che si trovano tuttavia in una fase di stallo dal giugno 2018 a causa della continua regressione in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali».
Ma la giornata di trattative, evidentemente, è stata sufficiente a portare Erdogan a più miti consigli. Ora resta solo l'Ungheria a opporsi all'ingresso della Svezia. «Credo che il problema sarà risolto», ha assicurato Stoltenberg. L'osso duro, nel gioco, non è mai stato Orban.