Questo venerdì ricorre la festa nazionale francese. Si teme che l'Esagono precipiti nuovamente nel caos e il presidente non parlerà
PARIGI - Per evitare una nuova fiammata di violenze in occasione della festa nazionale del 14 luglio, il ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin, ha annunciato che 45'000 fra poliziotti e gendarmi saranno dispiegati nelle sere del 13 e del 14.
Come per la settimana delle violenze nelle banlieue seguite all'uccisione del diciassettenne Nahel, il 27 giugno a Nanterre, saranno schierati sul terreno anche gli uomini dei reparti speciali Gign e Bri. Sarà drasticamente limitato l'uso di fuochi d'artificio, tradizionalmente usati per la festa del 14 luglio ma di recente diventati una delle armi utilizzate nelle proteste contro la polizia. Un decreto dell'8 luglio ne ha vietato l'uso, la vendita e il trasporto non sono autorizzati.
Ulteriore aggiunta per la Festa nazionale francese: Macron non parlerà alla popolazione in quanto ha cambiato idea. Infrange così la promessa fatta lo scorso 17 aprile con cui aveva assicurato ai francesi che avrebbe fatto «un bilancio dei 100 giorni di pacificazione» dopo la battaglia per la riforma delle pensioni.
Macron, confermano i suoi portavoce, parlerà «quando sentirà che sarà arrivato il momento giusto». Per lui, comunque, il silenzio nella giornata della festa nazionale non è una novità, avendo preso la parola per il tradizionale discorso alla nazione soltanto due volte: la prima nel 2020, qualche mese dopo l'inizio della pandemia (annunciò nell'occasione l'obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi), la seconda nel 2022, per tentare di lanciare i cinque anni del suo secondo mandato.