Il rogo dovrebbe aver luogo domani. «Mi spezza il cuore», ha commentato il capo dello Stato Isaac Herzog.
TEL AVIV/STOCCOLMA - Sta diventando un incidente diplomatico il rogo pubblico di una Bibbia che dovrebbe avere luogo domani di fronte all'ambasciata d'Israele in Svezia. Il ministro degli esteri Ely Cohen ha ordinato all'ambasciatore a Stoccolma Ziv Nevo Kulman di agire in extremis per impedire quel rogo - che segue quello di un Corano - mentre, secondo un comunicato ufficiale, all'ambasciatore svedese a Tel Aviv «è stata oggi chiarita la gravità con cui Israele vede il permesso della polizia svedese di autorizzare profanazioni di testi sacri all'ebraismo».
Il capo dello Stato Isaac Herzog ha commentato che questa vicenda gli «spezza il cuore». «Ho condannato in passato, in maniera esplicita, il permesso dato in Svezia al rogo di testi sacri. Come Capo dello Stato d'Israele - ha affermato in un comunicato - ho condannato il rogo del Corano ed ora mi si spezza il cuore mentre lo stesso destino attende la Bibbia, il testo eterno degli ebrei». «Questa - ha aggiunto - non è libertà di espressione, ma è un chiaro incitamento, un atto di puro odio».
Il rabbino Moshe David ha-Cohen, che si trova a Malmoe (Svezia), ha detto alla radio pubblica Kan che sulla opposizione ai roghi di testi sacri ebrei e musulmani operano uniti. «Si è creato qua un senso di solidarietà - ha aggiunto - la comunità ebraica si è espressa ad alta voce contro il rogo del Corano e noi oggi riceviamo sostegno dalla comunità musulmana. Speriamo che, uniti, riusciamo a sventare il nuovo rogo».